Pressione No Vax sulle rianimazioni, il muro terze dosi

Gli epidemiologi: "Rapida evoluzione negativa". Si accelera sul booster a sei mesi dal richiamo

Pressione No Vax sulle rianimazioni, il muro terze dosi

«I dati mostrano una situazione in rapida evoluzione negativa». L'Aie, Associazione Italiana di Epidemiologia, alza la bandiera rossa: la marea dell'epidemia sta montando. In Italia la situazione resta sotto controllo occorre rinforzare le trincee per arrivare al Natale in relativa tranquillità.

RICOVERI

La crescita dei ricoveri si mantiene distante da quella più veloce dei contagi. Si tratta di un +13% di posti letto in area medica e un +15 in intensiva contro un +40 di nuovi casi. Dai reparti però da qualche giorno segnalano l'arrivo anche di persone vaccinate che però hanno ricevuto la seconda dose da più di sei mesi. Si conferma quindi quel calo della protezione segnalato dall'Istituto superiore di sanità come significativo appunto dopo sei mesi. La maggioranza delle ospedalizzazioni riguarda soprattutto sempre i non vaccinati. Antonio Pesenti, coordinatore delle terapie intensive della Lombardia, si aspetta un aumento del 10-15% nei reparti Covid. «L'anno scorso i ricoveri in intensiva erano 1.500, oggi sono 50 e i non vaccinati continuano a essere la stragrande maggioranza - dice Pesenti - Su 100mila vaccinati abbiamo uno-due ricoveri in terapia intensiva, mentre per ogni 100mila non vaccinati i ricoveri sono tra i 20 ed i 30».

PRIME DOSI

La priorità assoluta a tutela della sanità pubblica resta la vaccinazione della popolazione ancora totalmente scoperta. Per convincere gli «esitanti» la struttura commissariale e gli esperti invitano le regioni ad insistere con la chiamata attiva attraverso le Asl e i medici di famiglia.

RICHIAMI

Accanto alla spinta sulle prime dosi gli epidemiologi chiedono di accelerare «la somministrazione della dose di richiamo per le persone che hanno ricevuto la seconda dose da più di sei mesi, con priorità per i soggetti a maggior rischio». I dati dell'ultima settimana sono positivi. La media settimanale delle somministrazioni totali è passata dalle 137mila del primo novembre alle oltre 178mila del 14 novembre. Aumentano sia le prime dosi, stabilmente sopra le 18mila, nel periodo che va dall'8 al 13 novembre, e soprattutto le terze dosi, addizionali o richiami. Quasi 140mila il 12 novembre. Dati importanti se si guarda a quanto sta accadendo in Uk e in Israele dove una rimonta dell'onda pandemica ora sta frenando grazie alle terze dosi.

VACCINO IN ETÀ PEDIATRICA

Altro elemento cruciale della strategia di contenimento del Covid è la protezione della popolazione in età pediatrica. Per ora non c'è un vaccino autorizzato. Quindi al momento gli esperti chiedono di aumentare «il livello di attenzione sulle misure di prevenzione nelle scuole e nei luoghi frequentati dai minori». L'Ema si pronuncerà «il 29 novembre, e noi seguiremo le indicazioni», ricorda il presidente dell'Aifa, Agenzia del Farmaco Italiana, Giorgio Palù. Quindi non appena l'Ema darà l'ok arriverà anche quello dell'Aifa con l'obiettivo di partire prima possibile con le vaccinazioni dai 5 agli 11 anni. Si punta soprattutto ad una campagna informativa capillare negli studi dei pediatri che possono più facilmente ottenere la fiducia delle famiglie rispetto all'efficacia e alla sicurezza della profilassi.

E l'Ema ieri ha confermato l'impegno a completare «il prima possibile» l'esame della domanda di estensione d'uso di Pfizer ai bambini di 5-11 anni. Israele intanto ha già dato il via libera per questa fascia d'età e inizierà a vaccinare nei prossimi giorni.

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