Oggi il Parlamento Ue voterà la tassonomia verde con la quale si deciderà se includere gas e nucleare nella lista degli investimenti sostenibili. Il tema è diventato un eclatante caso politico: l'Ucraina si è schierata sorprendentemente a favore, mentre la maggioranza del governo Draghi in Europa è tornata a dividersi. Questo mentre il prezzo del gas ha sfondato quota 175 euro a megawatt, per poi fermarsi in area 165, aggiornando i massimi degli ultimi quattro mesi.
Da inizio anno i future sul gas naturale hanno visto le quotazioni più che raddoppiate (+700% da inizio 2021). A tenere ancora sotto pressione i prezzi sono le incertezze sugli approvvigionamenti a seguito dell'invasione dell'Ucraina: il presidente russo, Vladimir Putin, è ormai deciso a chiudere, anche se temporaneamente, il gasdotto Nord Stream 1, la più grande infrastruttura di importazione di gas dell'Unione europea. E come se non bastasse si susseguono gli scioperi in Norvegia che rischiano di tagliare il 60% dell'export.
Il tutto mentre c'è grande attesa per il voto di oggi a Strasburgo. Kiev ha sostenuto l'inserimento di gas e nucleare nella tassonomia. Il ministro dell'Energia ucraino ha inviato una lettera alla presidente della Commissione economica del parlamento europeo, Irene Tinagli (Pd). «Se dovesse passare l'obiezione all'atto delegato», spiega la lettera firmata da German Galushenko, «metterebbe in difficoltà la ricostruzione post bellica del settore energetico ucraino». In uno scenario con la transizione dell'Ucraina al 50% di energia rinnovabile nella produzione di elettricità entro il 2030, «l'energia nucleare rimarrà un contributo significativo alla sicurezza energetica e alla transizione verso la riduzione delle emissioni», ha proseguito. In pratica, Kiev vuole assicurare approvvigionamenti all'Europa e non rischiare di impoverirsi ulteriormente.
Questione che, sul fronte italiano, ha acceso lo scontro politico. L'europarlamentare piddina Simona Bonafè ha annunciato il voto contrario di tutto il gruppo S&D, mentre il presidente del gruppo ID, il leghista Marco Zanni, ha subito rintuzzato che «il Pd vota contro Kiev». Il coordinatore nazionale di Fi e vicepresidente del Ppe Antonio Tajani ha dato la linea. «L'Italia deve tornare al nucleare perché è una energia che ci permette di essere autonomi e indipendenti. Va tutelato l'ambiente ma anche l'economia reale. Noi voteremo a favore della proposta della Commissione sul gas e nucleare nella tassonomia».
Intanto, «la Commissione Ue sta lavorando ad una riforma del sistema dei prezzi dell'energia», ha annunciato la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager. Si valuta «la possibilità di un metodo di calcolo diverso dei prezzi (quelli delle rinnovabili sono agganciati al gas; ndr) per moderare questo mercato finché durerà la crisi» ucraina. E c'è di più: l'Europa intende costruire entro 30 anni la prima centrale a fusione nucleare, capace di generare fino a 500 megawatt cui collaborerà l'italiana Enea.
Nel breve termine, però, resteranno le tensioni sui prezzi. La fattura energetica nel 2022 si dirige verso un record storico a 90 miliardi di euro.
Questa è la stima elaborata dall'Unem nel contesto dei rialzi causati dal conflitto. Costi che stanno lentamente spingendo le economie avanzate, non solo quella italiana, verso la recessione. L'Agenzia internazionale per l'energia, infatti, ha rivisto al ribasso la domanda mondiale di gas.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.