La frenata dell'occupazione arriva dopo sette mesi di crescita, con il calo di tutti i contratti ma soprattutto di quelli a termine. L'Istat rileva che gli occupati a luglio diminuiscono di 73mila unità rispetto al mese precedente, cioè meno 0,2%. Scendono dunque a 23,513 milioni, ma i numeri restano comunque positivi su base annua, con 362mila occupati in più rispetto a quelli di luglio 2022. Il saldo è effetto dell'aumento dei dipendenti permanenti e degli autonomi che ha più che compensato il calo dei dipendenti a termine, rileva l'Istat. Il tasso di disoccupazione a luglio tocca dunque il 7,6%, rispetto al 6,4% registrato da Eurostat in Eurozona e al 5,9% della media Ue. Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia invece scende nel mese al 22,1% (-0,2 punti). Insomma, «gli occupati diminuiscono e aumentano i disoccupati e gli inattivi», cioè coloro che non hanno e che non cercano un lavoro. Su base mensile il tasso di inattività resta stabile al 33,5% (-2,9 punti su base annua).
Rispetto al dato annuale di luglio 2022, diminuisce però anche il numero di persone in cerca di lavoro (-3,8%, pari a -76mila unità). Il calo dell'occupazione coinvolge soprattutto la fascia tra i 25 e i 49 anni. Eppure l'aumento dei disoccupati potrebbe essere letto anche come segnale fisiologico della fine del reddito di cittadinanza per i cosiddetti occupabili tra i 18 e i 59 anni che, di fatto, se sono in cerca di lavoro sono entrati nel mercato della domanda e vengono conteggiati nelle statistiche come disoccupati. Da oggi è attivo il Supporto per la formazione per chi ha perso il sussidio ed è in funzione la nuova piattaforma dell'Inps, dedicata non solo agli ex beneficiari ma a tutti coloro che cercano un impiego, che dovrebbe rendere più efficace il match tra domanda e offerta. Per Confcommercio i dati Istat «vanno valutati con molta prudenza» perché luglio è un mese in cui spesso si registra un calo degli occupati, ma «non vanno trascurati i rischi che questo andamento possa rappresentare il primo segnale di un'inversione di tendenza». Del resto, il dato riflette anche una congiuntura nazionale in lieve frenata nel secondo trimestre, con il Pil italiano stimato a -0,3%, e quella internazionale complicata dalla recessione tecnica della Germania, oltre che dall'aumento dei tassi.
Per il ministro del Lavoro, Marina Calderone (in foto), la sfida è duplice: occorre potenziare la formazione nello spirito della legge Biagi. Per dare prospettive sia a chi non può più ricevere sussidi gratis sia a chi ha bisogno di ricollocarsi dopo la fine di un contratto a termine.
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