Primo sì alla giustizia. Esulta il governo: "Riforma epocale, era necessaria"

Meloni: "Impegno preso con gli italiani". Nordio: "Adesso stop con le correnti"

Primo sì alla giustizia. Esulta il governo: "Riforma epocale, era necessaria"
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«Vi leggo l'incipit di questa riforma perché è fondamentale: La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere ed è composta dai magistrati della carriera giudicante e requirente». Il ministro della Giustizia Carlo Nordio in conferenza stampa scandisce il testo della riforma della giustizia, pochi minuti dopo la conclusione del Consiglio dei ministri. «Questo cosa vuol dire? Che la magistratura è unica ma come direbbe Benedetto Croce c'è una unità nella diversità nel senso che sono due funzioni separate».

Nelle ultime settimane c'era chi scommetteva su una frenata del governo, una sorta di rallentamento dettato da necessità di quieto vivere, con un rinvio sine die proprio della separazione delle carriere dei magistrati. Al contrario il Consiglio dei ministri va dritto per la propria strada e approva il disegno di legge costituzionale in materia di ordinamento giurisdizionale, accompagnando il via libera con un applauso di tutti i suoi ministri. «È un provvedimento epocale che si articola su tre principi fondamentali: il primo è la separazione delle carriere, che attua il principio fondamentale del processo accusatorio voluto da Vassalli» spiega Nordio. «Il secondo punto della riforma e la composizione ed elezione del Csm: questo organo di autogoverno della magistratura in questi ultimi anni, non solo a detta mia o di altri esponenti della maggioranza ma di moltissimi magistrati, non ha dato buona prova di sé e scandali come quelli di Palamara o di altri hanno eccitato le varie proteste» che non hanno portato a «rimedi alla degenerazione correntizia», aggiunge Nordio. «Interrompere questo legame che ha portato a tutta una serie di anomalie è stato il nostro compito principale, con il sorteggio».

Ci mette la faccia anche Giorgia Meloni che sottolinea «il rispetto per un altro impegno preso con gli italiani. Nel programma del centrodestra avevamo scritto che avremmo riformato la giustizia, e oggi il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge costituzionale da sottoporre al Parlamento per avere finalmente una giustizia più equa ed efficiente. Una riforma giusta, necessaria e storica» scrive la premier. «In molti hanno detto e scritto in questi mesi che non avremmo mai avuto il coraggio di presentare questa riforma, attesa da decenni: evidentemente ancora non conoscono la nostra determinazione. Quando è giusto fare qualcosa nell'interesse dell'Italia e degli italiani noi semplicemente la facciamo. Ma certo varare questa riforma, dopo 30 anni che se ne parla, è un risultato epocale».

Antonio Tajani - che in campagna elettorale ha presentato la riforma come punto programmatico non negoziabile per Fi - ha una dedica speciale e un pensiero rivolto verso chi per anni ha perseguito questo obiettivo. «Siamo finalmente in dirittura d'arrivo per la riforma della giustizia» dice il vicepremier e segretario di Forza Italia. «È un segnale importante, che va nella direzione di maggiore tutela dei cittadini e di esaltazione del giudice terzo. Ogni imputato avrà la possibilità di avere l'accusa e la difesa sullo stesso piano. Una vittoria che va nella direzione della tutela dei cittadini e che dedichiamo al nostro leader Silvio Berlusconi». Idem Fedele Confalonieri: «Speriamo che ce la facciano... Era il sogno di Berlusconi». Esulta anche Matteo Salvini: «Approvata in Consiglio dei Ministri la riforma della giustizia: via la politica dai Tribunali e le correnti dal Csm, separazione delle carriere fra Pm e giudici, sanzioni disciplinari ai magistrati che sbagliano. Altra promessa mantenuta».

A riguardo del ruolo del Quirinale, a differenza di quanto si credeva in un primo tempo non c'è stato alcuno scambio preventivo sulla riforma e nemmeno trova conferma la notizia di un pre-vertice con il segretario generale Ugo Zampetti. Ciò significa che il testo deve ancora essere esaminato dagli uffici del Colle.

Per il Pd, invece, è scandalo: «Il disegno di legge Costituzionale sulla

riforma delle carriere è un duro colpo all'autonomia e all'indipendenza della magistratura. Dopo il premierato e l'autonomia differenziata, il ddl Nordio è il prezzo che la Meloni paga a Forza Italia per la tenuta del governo».

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