Primo sì alla legge sul fascismo. E il Pd sbianchetta già il Duce

Alla Camera passa il testo sulla propaganda. Fi: norma spot. Fiano provoca: via anche la scritta dall'obelisco

Primo sì alla legge sul fascismo. E il Pd sbianchetta già il Duce

Roma - Sbianchettare i monumenti fascisti, versione 2.0. A rilanciare l'idea, dal fronte dem, è Emanuele Fiano, proprio nel giorno in cui è in aula il ddl sull'apologia del fascismo del quale è il primo firmatario. In serata arriva il primo ok di Montecitorio, con il via libera all'unico articolo, con l'approvazione di alcuni emendamenti, del testo che vuole introdurre nell'ordinamento il reato di propaganda fascista. «Salvo che il fatto costituisca più grave reato - è il testo approvato in aula - chiunque propaganda i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero dei relativi metodi sovversivi del sistema democratico, anche attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne fa comunque propaganda richiamandone pubblicamente la simbologia o la gestualità, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici».

Ma se la legge divide, con il capogruppo di Forza Italia in commissione Affari costituzionali, Francesco Paolo Sisto, che per esempio attacca governo e maggioranza per le norme «spot» in materia penale e parla di «polpetta avvelenata» sia per i cittadini che per i giudici, a causa della «fumosità della norma», a tenere banco è appunto un'affermazione di Fiano che con la legge c'entra fino a un certo punto. Ossia, appunto, la cancellazione dei monumenti del Ventennio.

Tutto comincia quando, ai microfoni di Radio24, Fiano commenta la proposta di Luciano Violante di «sbianchettare» la scritta Mussolini Dux dall'obelisco del Foto Italico. «Sono contrario all'abbattimento di monumenti - spiega Fiano in trasmissione - ma l'abrasione della scritta è una cosa che è stata fatta in Italia in tanti posti. L'abrasione della sola scritta è giusta». Il sasso cade in uno stagno già teatro di polemiche precedenti, tra la presidente della Camera Laura Boldrini che in più occasioni aveva ragionato di distinguo sulla sensibilità offesa dei partigiani di fronte ai simboli del Ventennio al fuoco forse doloso che, a fine agosto, ha danneggiato sul Monte Giano sopra Antrodoco, nel Lazio, la pineta piantata nel 1939 che forma la scritta DUX, visibile da chilometri di distanza.

Persino nella maggioranza qualcuno, come Fabrizio Cicchitto, stoppa la nuova uscita firmata Fiano: «Non condivido l'ipotesi di togliere la scritta Mussolini Dux dall'obelisco del Foro Italico: queste sono operazioni che sono genuine se avvengono nel fuoco degli avvenimenti non a tanti anni di distanza. Mussolini Dux non turba offende e neanche esalta nessuno».

Tanto che alla fine lo stesso Fiano ingrana la retromarcia e prova a smorzare il caso sul nascere. Specificando di aver solo commentato una proposta altrui, e aggiungendo di essere contrario a «misure iconoclaste di qualsiasi foggia»: «Per me la scritta può rimanere».

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