Dal sit-in di protesta delle sconsolate mamme gay davanti al tribunale di Padova (nel tondo) al ritorno della fiducia dopo il cambio di rotta della procura, con la questione che prende la strada della Consulta.
Si è aperto ieri il processo civile contro le 33 coppie di madri omosessuali, che si sono viste impugnare dalla procura, con effetto retroattivo, la trascrizione dell'atto di nascita dei propri figli che riportano come genitore anche la mamma «intenzionale» oltre a quella partoriente. Trascrizioni vietate dal nostro ordinamento, aveva ricordato con una circolare nei mesi scorsi il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, chiedendo ai sindaci di stoppare le registrazioni all'anagrafe dei figli di coppie gay.
A riassumere l'esito della prima udienza è Susanna Lollini, avvocato di una delle coppie ascoltate ieri. «È andata molto bene. Ci ha colpito che i giudici ci hanno ascoltato con molto interesse, al di là della posizione della Procura», ha spiegato il legale, rimarcando come sia «sembrata convincente» anche «la questione dell'inammissibilità» delle procedure di impugnazione dei certificati anagrafici dei bimbi figli di coppie omogenitoriali. Insomma per Lollini la Procura, che oltre a quelle delle 33 mamme aveva impugnato anche le successive quattro trascrizioni che il comune di Padova, nonostante il divieto, ha continuato a registrare negli ultimi mesi, «ha cambiato posizione». Decidendo di «aderire alla questione di incostituzionalità, sollevata da noi avvocati di tutte le coppie di madri, ritenendo opportuno che la Consulta torni ad esaminare la questione».
La parola passa dunque alla Corte Costituzionale. Che «questa volta potrebbe decidere di intervenire, visto il monito della sentenza 32 del 2021, rimasto inascoltato». Il riferimento è alla sentenza con la quale, due anni e mezzo fa, la Consulta aveva caldeggiato un intervento del legislatore per garantire il pieno diritto alla cura, all'educazione, all'istruzione, alla stabilità dei rapporti affettivi dei figli di coppie omogenitoriali, in quel caso nati da fecondazione eterologa. La decisione sull'ammissibilità della questione costituzionale potrebbe arrivare dal Tribunale all'inizio del prossimo anno. Ma l'avvocato Lollini spiega come sia «rilevante anche per il Tribunale» il fatto «che la Procura abbia aderito a sollevare la questione di costituzionalità».
Il legale ricorda infatti di aver «insistito molto sulla inammissibilità di questi procedimenti» proprio perché, «se il Tribunale dovesse ritenere che queste procedure sono tutte inammissibili, Consulta o non Consulta, potrebbe decidere che la questione si chiude qui».
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