Accusato di minacciare e molestare l'ex moglie è stato assolto per aver subito traumi e abusi durante l'infanzia, sia in famiglia che nella comunità del Forteto. Esperienze che lo avrebbero segnato in quella comunità del Mugello che oramai non c'è più, ma il cui nome spaventa ancora.
Al centro della vicenda, che arriva da Firenze, è un trentottenne che era stato accusato dall'ex coniuge. Ma una volta in Tribunale, l'aver fatto parte della schiera di persone che hanno avuto la sfortuna di conoscere la realtà del Forteto, lo ha aiutato. Quella comunità di recupero si sarebbe dovuta occupare della cura e del reinserimento dei minori vittime di violenza. Invece era teatro di abusi psicologici e sessuali nei confronti dei minorenni e dei disabili affidati alla cooperativa che gestiva il tutto. Il trentottenne sarebbe rimasto lì per oltre un ventennio. Secondo quanto riportato da «La Nazione», all'età di 14 anni sarebbe stato obbligato dai genitori affidatari a presentare una denuncia nei confronti dei suoi genitori naturali per maltrattamenti, in realtà non erano mai avvenuti. Aggressioni che avrebbe invece subito dal padre affidatario e all'interno del Forteto. E a catena lui avrebbe riversato la sua rabbia sulla compagna. Una perizia psichiatrica, compiuta dalla dottoressa Gemma Brandi, ha dimostrato però che l'imputato «presenta un disturbo post traumatico da stress cronico ritardato, connesso al suo vissuto infantile: ciò sarebbe avvenuto sia all'interno della famiglia d'origine ad opera del padre sia all'interno della struttura del Forteto, a cui era stato affidato all'età di 11 anni». «La vittima di abusi, se non adeguatamente sostenuta - prosegue la relazione - assume su di sé la colpa dell'abusante, quindi sempre alla ricerca di una pena da espiare, per una colpa non sua, che va invece restituita a chi ne è titolare». La perizia ha concluso per la «totale assenza, in capo all'imputato, della capacità di autodeterminarsi e comprendere il disvalore delle proprie azioni al momento della commissione dei fatti contestati»: così, il giudice, lo scorso 13 ottobre, ha pronunciato nei confronti dell'uomo, assistito dall'avvocato Giovanni Marchese, una sentenza di assoluzione «in quanto incapace di intendere e di volere». Il 2 dicembre scorso, il 38enne è stato assolto, sempre per incapacità di intendere e di volere, in un procedimento in cui era imputato per aver custodito in modo non adeguato la sua moto.
Nel 2017 aveva denunciato gli abusi subiti al Forteto, ma
l'inchiesta è stata archiviata. Ora con la perizia che certifica l'esistenza di un danno permanente per lui, lo scenario potrebbe cambiare e l'avvocato Marchese ha già annunciato che chiederà la riapertura delle indagini.
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