La procura insiste. "Striano e Laudati vanno arrestati"

Oggi l'udienza al Tribunale del Riesame. Il nodo dell'Antimafia

La procura insiste. "Striano e Laudati vanno arrestati"
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Finora l'ex pubblico ministero Antonio Laudati e il tenente della Guardia di finanza Pasquale Striano si sono sempre rifiutati di rispondere alle domande dei pm che li accusano di avere impiantato una macchina da dossier all'interno della Procura nazionale antimafia. Oggi arriva l'appuntamento che potrebbe indurre i due a cambiare linea difensiva: davanti al tribunale del Riesame di Perugia si tiene l'udienza in cui il capo della Procura locale, Raffaele Cantone, ribadirà la sua richiesta di mettere Laudati e Striano agli arresti. Una volta privati della libertà, i due potrebbero decidersi a spiegare finalmente quanto accadeva davvero negli uffici dove smistavano le segnalazioni di operazioni sospette provenienti dalla Banca d'Italia, diventate alimento per gli scoop antigovernativi del quotidiano il Domani ma anche per altre operazioni finora non emerse.

Nel luglio scorso il giudice preliminare di Perugia aveva respinto la richiesta di arresti, pur riconoscendo la sussistenza di «plurimi, gravi e precisi indizi di colpevolezza», perchè nè Laudati nè Striano potevano commettere altri reati. La Procura ha fatto ricorso, sostenendo che entrambi gli imputati stavano cercando in ogni modo di inquinare e nascondere le prove. Tra le manovra contestate a Laudati, la mail inviata a una lunga serie di soggetti istituzionali che sembrava chiamare in causa nella sua attività.

Tra i nodi che Laudati potrebbe sciogliere, se ora scegliesse di parlare, il più rilevante è il ruolo del suo capo di allora, l'ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho. In una recente deposizione davanti alla commissione parlamentare Antimafia, il colonnello della Guardia di finanza Stefano Rebechesu, ha spiegato che Laudati prendeva ordini da Cafiero, «tutte le funzioni promanavano come incarichi dal procuratore nazionale».

Eppure Cafiero, oggi deputato 5 Stelle, continua a fare parte dell'Antimafia. E in questa veste potrebbe partecipare alle prossime audizioni di Cantone e del proprio successore Giovanni Melillo, rinviate dall'Antimafia proprio in attesa dell'udienza di oggi.

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