Anche l’ex presidente Romano Prodi decide di dire la sua in merito alle questioni che infiammano l’Italia, vale a dire manovra economica, elezioni europee, destino della sinistra e migranti.
Intervistato da “Avvenire”, il professore attacca subito con il tema più scottante, ovvero quello degli stranieri presenti nel nostro Paese. Alcuni di questi, a suo dire, svolgono mansioni che gli italiani non si prestano più a fare. “La gente pensa mai a chi porta via il suo pattume? C’è una schizofrenia totale. Una mancanza di lucidità. E, invece, bisognerebbe davvero riflettere sulle parole del Papa. Ognuno dovrebbe fare il suo giro per vedere chi pulisce gli ospedali o chi munge le mucche. Non c’è più un italiano. Nessuno dei nostri ragazzi vuole alzarsi alle 4 di mattina”. Una reprimenda in piena regola, in linea con certe idee trite e ritrite, specie quando si tocca il tema “Global Compact”. “Un governo che sceglie di astenersi persino su una semplice dichiarazione di principio. Dovevamo mettere una firma sotto un richiamo etico, dovevamo sottoscrivere un generico ‘cerchiamo di essere buoni’ e invece abbiamo preferito astenerci. Lo sa cosa vuol dire? Gli interessi elettorali hanno vinto sulla solidarietà. Io direi sull’anima”.
I migranti, insiste Prodi, devono essere trattati come persone. “Bisogna rovesciare il problema da passivo ad attivo. Bisogna passare da 'cacciamoli via' a 'ne abbiamo bisogno'”. Un pensiero poco attuabile, considerata la messa in vigore del Decreto sicurezza. “C’è tanta strumentalizzazione. Si dice 'aiutiamoli a casa loro' e poi, quando si tratta di dare soldi, i portafogli si chiudono. Inutili cattiverie pensate solo per scopi elettorali”. I controlli, tende a precisare Prodi, devono esserci, perché “il male si insinua ovunque”, ma per quanto riguarda il caso Mimmo Lucano “mi pare che si voglia colpire la sperimentazione positiva. Guai se, invece di fare il controllo, si prova a rendere la vita impossibile a organizzazioni e strutture e a chi vive all’interno di queste”.
Dopo di che si passa alla manovra economica, che tanto sta facendo discutere. “Questa partita doveva durare un minuto perché tutti sapevano che il compromesso era attorno al 2%. L’avevano detto tutti subito. A cominciare dal ministro Tria”. Ed in merito alle promesse del Governo (pensioni e reddito di cittadinanza), il professore non ha dubbi: “C’è un interesse politico preciso che per ora ha dato grandi risultati elettorali, ma tra meno di un anno i nodi verranno al pettine. L’anno prossimo l’Italia crescerà solo dello 0,5%, nettamente al di sotto”.
Dopo aver dichiarato che “in due soli governi il rapporto tra debito e Pil è calato fortemente: il primo e il secondo governo Prodi”, l’ex premier guarda alle prossime elezioni europee che si terranno a maggio. Occasione per la compagine di sinistra per riorganizzarsi e tentare la risalita.
“Se riparte la politica riparte l’Europa. Quando costruimmo l’euro e l’allargamento, tutti erano contenti. Ritorniamo a una Europa che prende decisioni. È un nostro dovere perché davanti alla Cina e agli Usa siamo piccoli se restiamo divisi”. Un’Europa nella quale, secondo Prodi, i cittadini sono ancora disposti a credere. Ed ecco quindi l’invito ad esporre la bandiera stellata ed a mobilitarsi. “Bisogna farlo, bisogna scendere tutti in campo. Ong, sindacati, parrocchie, partiti, singoli cittadini.
Tutti insieme perché l’Europa è la sopravvivenza. Perché i dominatori del mondo sono tutti americani e cinesi e nello scontro tra giganti c’è un disperato bisogno di un saggio mediatore. Che non può essere che l’Europa”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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