"Dopo Reagan e la Thatcher, chi parla di tasse perde le elezioni. E su questo non c'è più nessuna distinzione tra destra, centro e sinistra. Ecco che si promettono meno tasse, meno tasse e si favorisce l'irrazionalità... a furia di promettere tutto a tutti chi promette di più vince. E comunque sulle tasse un tempo si facevano analisi politiche serie per valutare tra l'altro dove destinare le imposte, sulla sanità o sul welfare. Oggi si c'è una cosa che ti impedisce l'analisi è Twitter". È una critica ampia e sottile quella che Romano Prodi rivolge al premier Matteo Renzi dalle pagine di Repubblica.
All’ex presidente del Consiglio non è affatto piaciuto nemmeno l’intervento del premier al Meeting di Comunione e Liberazione: "Renzi parla di vent'anni di stallo tra berlusconismo e antiberlusconismo? Allora 'l s'è sbaiè...". Prodi rivendica di aver abbattuto il debito pubblico nel corso delle sue due esperienze di governo e precisa che “le disfunzioni sono cominciate prima”. È convinto che “chi deve governare credo che vada lasciato in pace” ma lui per primo non risparmia critiche al premier Renzi e alle sua riforma della Costituzione. “Da rivedere c’è e da ripensare c’è tanto – dice – Ma oggi Ma oggi ci si muove per contrapposizioni e così non riusciremo a fare una riforma seria".
"La prima parte della Costituzione – spiega l’ex premier - ha validità totale, la seconda non ha funzionato bene. Però non mettiamoci mano in modo sguaiato e scoordinato, perché non si arriverebbe a capo di nulla”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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