La promessa di Xi ai vertici europei "Azioni sullo Zar". La Metsola a Kiev

Summit tra Bruxelles e Pechino, l'impegno della Cina e "pressioni sul Cremlino" per un cessate il fuoco. La presidente dell'Europarlamento vola alla Rada: "La vostra resistenza ispira il mondo"

La promessa di Xi ai vertici europei "Azioni sullo Zar". La Metsola a Kiev

Come il moto dell'altalena può dare sensazioni diverse se percepito a occhio o a orecchio, gli scambi verbali tra Europa e Cina suggeriscono interpretazioni differenti, se non contrastanti. Dal doppio vertice di ieri, una prima certezza sembra però esserci. Xi Jinping ha accennato a «certe azioni in corso» per influenzare le scelte del Cremlino, sostiene un alto funzionario Ue al termine del 23° summit Ue-Cina. In video-conferenza, i presidenti del Consiglio e della Commissione europei Charles Michel e Ursula Von der Leyen e le controparti della Repubblica popolare alzano subito i toni sull'invasione russa in corso da 37 giorni. E nel virtuale tour de force, Xi auspica che Pechino e Bruxelles forniscano «intuizioni sulla turbolenta situazione».

L'Ue era ferma ad alert di varia natura («Se la Cina non intende sostenere le sanzioni, come minimo non interferisca», ha sottolineato ancora ieri Von der Leyen) o ad alte aspettative sull'appeasement del Dragone per portare Putin a un cessate il fuoco magari sconfessando pubblicamente il partner («Si prenda le sue responsabilità come membro del Consiglio di Sicurezza Onu», ancora von der Leyen alla Cina). Oppure agli appelli alla «comune collaborazione», come quello forse semanticamente esagerato di Michel: «In quanto grandi potenze, abbiamo la responsabilità di mantenere pace e stabilità, abbiamo chiesto a Pechino di non chiudere gli occhi davanti alle atrocità». Inascoltati o quasi.

Si è andati al sodo. Anzi, al soldo. Tanto che il presidente cinese Xi e il premier Li Keqiang, messi alle strette dal peso del commercio tra i due «mondi» evocato dalle controparti, hanno solo ascoltato l'Europa. E promesso un soffio del Dragone «a suo modo» per colloqui di pace. Un impegno oscuro, fumoso. Ma nello stallo attuale è già incoraggiante l'idea di Xi di rinforzare la relazione bilaterale Cina-Ue «come fattore stabilizzante a livello internazionale». Nel tormentato doppio round di due ore mezza, l'Ue fa anzitutto pesare la bilancia degli interscambi con Pechino: ogni giorno 2 miliardi di euro, quelli tra Cina e Russia solo 330 milioni. «Nessuno ha interesse a sconvolgere l'economia», chiarisce Von der Leyen, che invita la Cina a salvare la sua «reputazione». E nel ribadire che in corso c'è «una guerra», quindi «non un affare europeo, ma mondiale in cui l'equidistanza non è sufficiente», la presidente della Commissione evoca pure «la possibile crisi alimentare globale». Sortita a effetto su Xi, che in autunno deve affrontare un congresso di partito. Ma non sufficiente a sganciarlo da Putin.

Certo, «chi si aspetta un dietrofront pubblico non conosce la politica estera cinese», spiega uno sherpa. I giochi delle parti sono inevitabili. Il portavoce del ministero degli Esteri intima all'Ue di «evitare pressioni sulla scelta da che parte stare ed evitare mentalità da Guerra Fredda»; Zhao Lijian, perfettamente allineato a Mosca nel denunciare la presunta russofobia occidentale, condanna anche le sanzioni. Rispetto alla trincea diplomatica che ha visto fallire ogni tentativo dei leader europei di far ragionare Putin, qualche passo però c'è. Xi indica 4 priorità: colloqui di pace, prevenire più ampia crisi umanitaria, costruire pace duratura in Europa e in Eurasia e scongiurare conflitti regionali. Tutto sta nel prestare attenzione a occhio oppure orecchio. Se il Quotidiano del Popolo cinese continua infatti con i jab all'Europa incapace di sfilarsi dalla stretta americana, Pechino sembra concedere qualcosa. Nel suo interesse. Ben sapendo che il cuore dell'Europa è sintonizzato con Kiev; dove passa pure la Via della Seta.

Ieri è stata soprattutto la presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola a rendere plastica la posizione Ue.

In una visita altamente simbolica alla Rada, a sorpresa ipotizza nuove sanzioni a Mosca: «Dobbiamo andare ancora oltre, l'Europa sarà all'altezza, la resistenza ucraina ha ispirato il mondo, sono qui per dare speranza, vi aiuteremo a ricostruire». Il premier Denis Shmyhal applaude lo scudo umano maltese giunto su Kiev, prima leader Ue in Ucraina dall'inizio dell'invasione russa e nuovo «potente segnale di sostegno politico» anche per l'ingresso nell'Ue.

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