La giustizia italiana ha i suoi tempi e può capitare che occorrano anche 15 anni per arrivare a una sentenza, com'è accaduto in questi giorni, durante i quali l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, è stato condannato dalla Corte dei conti del Lazio a un risarcimento di 275mila euro, in via solidale con i suoi collaboratori Barbara Concutelli ed Egidio Schiavetti, per un presunto danno erariale alla sua amministrazione. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2005 e il 2008, ed è relativa a contributi pubblici erogati dalla Regione Lazio alla Fondazione Italia-Amazzonia onlus, che risulta formalmente ancora attiva.
Secondo l'ipotesi di accusa, i fondi sarebbero stati utilizzati indebitamente, attraverso "commistioni e sviamenti", per finanziare l'attività politica dell'associazione Rosso-Verde, di cui D'Amato è stato presidente fino al 2018 e quella del gruppo consiliare Ambiente e Lavoro, che D'Amato ha presieduto e costituito. Secondo i giudici di primo grado che hanno emesso la sentenza, ci sarebbe stata una "promiscuità nella gestione e la sovrapposizione delle iniziative intraprese". Così riporta il Messaggero nell'articolo in cui viene sottolineato che queste attività promiscue tra le due associazioni sarebbero state "atte a dissimulare l'effettivo beneficiario dei fondi, e l'utilizzo di fondi pubblici per meri interessi privati che non potevano con questi essere sovvenzionati". In passato, questa stessa vicenda, si era conclusa con la prescrizione del reato.
In uno stralcio della sentenza del collegio presieduto da Tommaso Miele riportata da il Messaggero si legge: "A titolo meramente esemplificativo del modus operandi si possono richiamare le spese sostenute per il materiale pubblicitario dell'evento del 4 dicembre 2005: attraverso un'alterazione dell'oggetto delle fatture sono state rendicontate dalla Fondazione Italia - Amazzonia onlus spese sostenute per pubblicizzare l'evento fondativo Nasce Rosso Verde dell'associazione Rosso-Verde (manifesti, annunci su quotidiani)". A detta dei giudici, il danno deriva "dalla sistematica distrazione" dei fondi pubblici.
Alessio D'Amato, nel commentare la sentenza, dice che la trova "ingiusta e ingiustificata".
Quindi, l'assessore ha aggiunto: "Mi considero totalmente estraneo ai fatti risalenti a oltre 15 anni fa, senza che peraltro sia stata fornita prova alcuna di un atto, o fatto, da me compiuto". D'Amato si dice "assolutamente sereno e fiducioso nel giudizio di appello" e prosegue il suo lavoro. Il suo legale sta già preparando ricorso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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