Tutti promossi «ma» con voti finali corrispondenti all'impegno dimostrato durante l'anno e nella didattica a distanza. E maturità senza scritti se la scuola non dovesse riaprire, «ma» con un voto di ammissione da conquistare. Ieri è stato approvato dal Consiglio dei ministri il decreto che contiene le regole per chiudere quest'anno e avviare il prossimo e che ha dato il via libera anche all'assunzione di 4.500 docenti. E come aveva già anticipato in più occasioni il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, sarà tenuto conto dello sforzo importante che anche i ragazzi si sono trovati a fare con un «ma»: non sarà un «6 politico» a pioggia, le valutazioni ci saranno. E se qualcuno sarà insufficiente, il 1° settembre dovrà essere pronto a rimboccarsi le maniche e recuperare. Nel decreto la parte più importante è quella dedicata agli esami e alle valutazioni. E la data spartiacque per i vari scenari ipotizzati resta il 18 maggio, per il rientro o meno in classe. Il ministro ha evidenziato la forza di reazione della scuola. Di fronte all'emergenza la didattica a distanza, pur con tutti suoi limiti, ha consentito di chiudere l'anno e di rimanere agganciata ai ragazzi altrimenti in balìa del nulla. Nonostante ci sia stato chi ha tentato di remare contro l'insegnamento online con toni molto forti come fosse la violazione di qualcosa invece di essere la garanzia di una norma, peraltro costituzionale.
Esame di terza media Per i 577.694 studenti pronti ad affrontare la fine delle medie, il decreto prevede che il ministero potrà fare un atto per modificare l'intero impianto dell'esame. Se il 18 maggio si potrà tornare a scuola, l'esame di terza media ci sarà. Non più semplice ma semplificato. Magari non su tutte le materie come avviene oggi. Se invece non si potrà rientrare, è prevista solo la valutazione del consiglio di classe con la consegna di un elaborato.
Esame di maturità I 510.126 studenti che devono affrontare la maturità saranno tutti ammessi ma, come più volte ha ribadito il ministro non si tratta di un «6 politico». La massiccia ammissione agli esami non è una novità: ogni anno il 96 per cento degli studenti è ammesso agli esami. Viene quindi consentito a tutti di sostenere le prove però saranno i professori a stabilire il voto di ammissione sulla base dell'impegno dimostrato. Nessuna perdita di motivazione, quindi. Sarà lo scrutinio a decidere il voto di ammissione. Per quanto riguarda l'esame se sarà consentito tornare a scuola entro il 18 maggio i ragazzi sosterranno anche le prove scritte: la prima prova nazionale e la seconda prova preparata dalle commissione interna sulla base dei programmi realmente svolti, e poi l'orale. Se invece le scuole non riapriranno, ci sarà solo l'orale che potrà essere online ma c'è la possibilità che venga sostenuto anche di persona, se le condizioni scientifiche epidemiologiche lo dovessero permettere.
E gli altri studenti? Saranno tutti ammessi ma vengono valutati. Significa che avranno una pagella reale. Il «5» e il «4» non si trasformeranno in «6». Sarà solo congelato il sistema del recupero dei debiti. A settembre invece del solito esame di riparazione, chi ha insufficienze dovrà iniziare la scuola prima - il 1° settembre - con un recupero degli apprendimenti. Nella valutazione dei vari scenari il ministro sta lavorando anche a quello che vede l'impossibilità di riaprire le classi dopo l'estate nelle modalità consuete. Saranno insostenibili, ad esempio le classi pollaio e sarà necessario garantire banchi distanziati. «Tutti promossi? Non è detto.
Ritengo che per motivi di emergenza sanitaria, come stiamo vivendo ora, la valutazione dei ragazzi non sotto esame, possa essere giustamente rimandata all'anno prossimo. Si valuteranno due anni in uno», ha commentato Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi.
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