La protesta degli italiani all'estero: anche stavolta schede sparite

Un evento che si è ripetuto anche in occasione di queste elezioni politiche: diversi i casi

La protesta degli italiani all'estero: anche stavolta schede sparite

Ad ogni tornata sembra di ritrovarsi in una scena di «Sud», il film di Salvatores che racconta il fenomeno dei brogli elettorali in un piccolo centro italiano negli anni Novanta. Trent'anni dopo cambia il set - oltreconfine - ma non la sceneggiatura. L'allarme arriva ancora una volta dal voto estero, un sistema che col trascorrere degli anni appare sempre più colmo di lacune. E a segnalare le falle sono gli stessi elettori italiani all'estero, che (anche) questa volta denunciano disservizi e anomalie nella consegna delle schede elettorali. Accade ad esempio in Germania, dove i sette consolati italiani smistati nel Paese nelle scorse ore hanno ricevuto centinaia di segnalazioni per schede non recapitate. É accaduto ad esempio a Carmine, campano da anni residente a Stoccarda: attendeva la propria scheda a casa entro il 22 settembre, ma a tre giorni dall'election day nessun postino era mai arrivato a bussare alla sua porta. E quando ha chiesto come poter fare per esercitare il proprio diritto, il Consolato di Stoccarda ha risposto con una e-mail ufficiale: «Il disguido è dovuto al sistema postale . Se è possibile potete venire in Consolato per ricevere il duplicato e votare».

Lo stesso è successo a Maurizio, italiano residente a Colonia. «Era già accaduto alle ultime Politiche nel 2018 e lo stesso questa volta. E come me conosco decine di connazionali le cui schede elettorali non tracciate sono state smarrite». Una défaillance selettiva, insomma, quella dello smarrimento delle tessere elettorali da parte delle Poste tedesche, solitamente note e apprezzate per la propria efficienza. Un drammatico errore (a pensar bene), l'ombra dei brogli (a pensar male). Ma segnalazioni analoghe arrivano anche dal Regno Unito: Giuseppe, giovane lavoratore a Reading, rivela ad esempio che «da quando sono arrivato nel Paese per tre elezioni Politiche consecutive non ho mai ricevuto la scheda a casa e ho sempre dovuto chiedere il duplicato. Eppure mi sono da subito iscritto all'Aire (Anagrafe Italiani residenti all'estero, ndr). Lo stesso è successo ad alcuni amici italiani». Ma che fine fanno le schede smarrite o mai consegnate? Nessuno lo sa. Teoricamente non potrebbero essere utilizzabili, perché insieme alla scheda votata bisogna inviare un tagliando con un numero che la identifica come unica e autentica. A Castelnuovo di Porto potrebbero e dovrebbero controllare quel numero e verificare se è stato annullato e sostituito con un duplicato. Ma si sa, quel centro di smistamento non è famoso per trasparenza.

E se la scheda dovesse finire nelle mani sbagliate e il legittimo titolare non richieda il duplicato perché non interessato a votare? Il rischio esiste e l'eventualità non è rara: alle ultime Politiche del 2018, quando gli aventi diritto al voto dall'estero erano circa 4 milioni, a esprimere il proprio voto era stato solo il 30%, poco più di un milione e 200mila persone. Oggi gli elettori italiani all'estero sono 6 milioni e c'è quindi un bacino potenziale tra i 2 e i 3 milioni e mezzo di elettori che, in caso non abbia ricevuto la scheda, non chiederà alcun duplicato.

Così, in quel buco nero delle schede perdute chiunque fosse entrato in possesso dei documenti originali potrà usarli per votare come vuole o addirittura venderli al miglior offerente. E neanche le centinaia di denunce cicliche che arrivano da tutta Europa ad ogni chiamata alle urne riescono a rompere il muro di silenzio.

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