La prova degli aiuti di Kim: 6 ufficiali morti nel Donetsk

Almeno 20 militari nordcoreani uccisi in un attacco. Ipotesi di accordo: Kiev nella Nato e territori a Mosca

La prova degli aiuti di Kim: 6 ufficiali morti nel Donetsk
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La notizia risale al 28 giugno scorso, quando l'ambasciatore di Seul a Kiev, Kim Hyung Tae, sentito da Il Giornale, aveva confermato l'imminente arrivo nel Donbass di soldati della Corea del Nord.

«Lo scopriremo molto presto - aveva commentato il Capo di Stato Maggiore Syrsky - prima o poi ne annienteremo qualcuno. Sarà la prova certa del patto scellerato». Ieri Syrsky ha ottenuto le conferme che cercava. Più di 20 militari della Corea del Nord, tra cui sei ufficiali, sono stati uccisi in un attacco missilistico nel Donetsk occupato dalla Russia, mentre altri tre militari nordcoreani sono rimasti feriti. Non dimentichiamo che il 19 giugno, durante la visita a Pyongyang, Putin aveva sottoscritto con Kim Jong-un un accordo di partenariato globale e di difesa reciproca in caso di aggressione. Un'intesa che ha portato Mosca a ricevere metà della fornitura annuale di proiettili di artiglieria da Pyongyang.

Dopo la conquista di Vuhledar, e l'avanzata delle truppe russe verso Velyka Novosilka e Zaporizhzhia (sfruttando l'autostrada «T0509»), Kiev, che nei mesi scorsi ha perso altri centri strategici come Maryinka e Avdiivka, guarda al futuro con una certa apprensione. L'establishment ucraino starebbe lavorando, su pressione occidentale, per ridimensionare gli obiettivi di guerra e raggiungere un accordo negoziale in cui la Russia manterrà il controllo de facto, ma non de jure, di tutto o parte dei territori che occupa (Donbass, Zaporizhzhia e Crimea). Ne ha parlato venerdì il colonnello Vasilij Burbak, ex capo dell'intelligence militare.

In poche parole Kiev potrebbe cedere territori per ottenere l'adesione alla Nato e cristallizzare il conflitto. A caldeggiare la soluzione ci sarebbe il consigliere della presidenza Podolyak, che non ha mai nascosto il proprio scetticismo riguardo al «piano della vittoria» che Zelensky presenterà a Ramstein il 12 ottobre. Della partita sarebbe anche l'ex capo di stato maggiore Zaluzhny, oggi ambasciatore a Londra, ma indicato da parte dell'Occidente come futuro presidente ucraino. Di una cessione di territori ne aveva parlato a Ferragosto del 2023 il capo di gabinetto della Nato Stian Jenssen, rischiando qualcosa in più di un linciaggio verbale. Oggi le sue parole hanno i connotati di una profezia che si potrebbe avverare. Senza dimenticare che il Pentagono ha affermato che la Nato non abbatterà missili e droni sull'Ucraina, come ha fatto l'Alleanza su Israele.

Nel 955° giorno di combattimenti i russi hanno incrementato gli attacchi su Kupyansk (Kharkiv), e Pokrovsk (Donetsk), catturando il villaggio di Zhelanne Druha. Nella regione di Zaporizhzhia, dove Mosca ha lanciato 400 attacchi su 12 insediamenti, 2 civili sono stati uccisi. A Konstantynivka il fuoco amico russo ha provocato la distruzione di un velivolo S-70 Hunter. Frammenti di un drone di Mosca sono stati trovati nel delta del Danubio in Romania.

Le forze ucraine hanno colpito tre posti di comando nemici utilizzando missili Storm Shadow e razzi Gmlrs forniti dall'Occidente. I russi avrebbero giustiziato 4 soldati ucraini a Vovchansk (Kharkiv) ad agosto. La polizia ucraina ha arrestato un militare nemico. L'ambasciatore russo negli Usa Antonov ha concluso il suo mandato.

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