Province abolite sulla carta, ma le spese lievitano

Arrivati a maggio però bisogna fare i conti con la realtà, la Madia spiega: "Sappiamo che abbiamo le risorse e gli strumenti per ricollocare noi i dipendenti delle Province"

Province abolite sulla carta, ma le spese lievitano

Marianna Madia punta i piedi. Ieri, intervenendo in commissione bicamerale per la semplificazione, la ministra ha lanciato un monito sulla contorta questione delle Province. Che, nonostante l'imminente chiusura, hanno addirittura aumentato le spese rispetto agli scorsi anni. E sul personale arriva un vero e proprio ultimatum: se le Regioni non si occuperanno dei 20mila lavoratori in esubero da trasferire, lo farà direttamente lo Stato. È stata proprio la Corte dei Conti ad aver denunciato il ritardo delle Regioni nel completare i processi. Arrivati a maggio però bisogna fare i conti con la realtà: "Abbiamo un’apertura di credito nei confronti dei territori ma se non fanno bene il loro lavoro, in ultima istanza, sappiamo che abbiamo le risorse e gli strumenti per ricollocare noi, dallo Stato, le persone", fa sapere Madia.

Ma, come spiega Il Messaggero, a parte l’Emilia Romagna che dalla relazione risulta non aver approvato ancora il disegno di legge regionale in giunta,in tutte le altre Regioni il ddlr sui trasferimenti e riordino, è passato in giunta. Soltanto in cinque regioni (Toscana, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Liguria e Marche) però è già diventato legge regionale. "Stiamo dicendo agli enti locali di sbrigarsi a fare le leggi regionali", così da definire le funzioni dei dipendenti che saranno trasferiti, sottoliena la Madia.

Quindi, strada in salita e destino incerto per i dipendenti, che tra l’altro, stando alla relazione della corte, sono tra i meno pagati degli enti territoriali, con una media di 28.156, appena duecento euro sopra quelli comunali che hanno un costo medio di 27.922 euro l’anno, ma molto sotto quelli regionali con 34,870 euro. Discorso diverso invece per i dirigenti delle Province, più pagati di tutti con un costo di 97.444 euro contro gli 89.748 euro di quelli regionali e 85.075 euro di quelli comunali. Tra le pieghe delle 144 pagine della relazione poi vengono fuori altre situazioni discutibili.

E mentre si cerca di dare forma ad una lunga e travagliata riforma, le spese delle Province continuano a lievitare: raddoppiata la spesa per l'acquisto di servizi per la

consultazione elettorale. Aumentata del 65% la spesa per i gadget territoriali e +24% anche i costi del lavoro interinale. Insomma, le Province sono, solo sulla carta, ormai abolite, eppure in termini di costi sembrano vive e vegete.

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