Provini hard e molestie: dieci donne accusano Brizzi

Aspiranti attrici e miss puntano il dito sul regista al centro della bufera. «Immobilizzata e costretta a un rapporto»

Francesco Cramer

Milano È ufficiale: il molestatore sarebbe proprio il noto regista Fausto Brizzi, autori di film di successo come «La notte prima degli esami». L'atto d'accusa va in onda ieri sera alle Iene: «Ben dieci testimonianze» degli abusi subiti dalle attrici raccolte dall'inchiesta delle Iene «si riferivano a Fausto Brizzi»: dopo che lo stesso regista è uscito ieri allo scoperto per difendersi dai sospetti, a fare il suo nome ieri sera è stato il programma di Italia 1, che ha riproposto le testimonianze, in gran parte anonime (quasi tutte le donne sono apparse a volto coperto e con la voce mascherata). La Iena Dino Giarrusso ha anche spiegato che «delle decine di mail» arrivate poi in redazione «una gran parte riguarda ancora una volta Brizzi».

Le uniche due persone intervistate dalle Iene che non hanno chiesto la riservatezza sono Clarissa Marchese, Miss Italia 2014, e la modella Alessandra Giulia Bassi. «Non vogliamo accanirci su uno solo, non avrebbe senso, i personaggi coinvolti sono molti più di uno - ha premesso l'autore dell'inchiesta -. Lui ha subito replicato, noi vogliamo credergli, ma il racconto di dieci attrici si somiglia in maniera impressionante». Nelle testimonianze, la descrizione dello «studio adibito a casa» dove le ragazze venivano invitate per i provini, i primi approcci, i tentativi di «fare i massaggi», le insistenze, «il contatto fisico sempre maggiore» e poi «i modi sempre più aggressivi». Secondo alcuni racconti, il regista «si è spogliato completamente nudo» e ha tentato approcci sempre più pesanti. Alcune raccontano di aver «opposto resistenza», un'altra dice di essere stata costretta a un rapporto sentendosi «immobilizzata: non capivo più niente». Oltre a testimoniare il «disagio» per le violenze subite, le attrici ascoltate dalle Iene spiegano perché non hanno denunciato prima l'accaduto: «Non ho avuto il coraggio di dirlo alla mia famiglia - spiega una di loro - l'ho detto solo a mia madre, ma ho pensato: se lui ci denuncia non abbiamo tutti questi soldi per pagare la causa».

Un'altra: «Mi vergognavo come una ladra, avevo paura di non essere creduta». Un'altra ancora: «Alcuni addetti ai lavori mi hanno consigliato di non fare azioni legali». «Delle decine di mail e messaggi di donne pronte a denunciare registi arrivate poi in redazione - ha chiosato Giarrusso - una gran parte riguarda ancora una volta Fausto Brizzi. Lo abbiamo cercato in ogni modo, al telefono, allo studio. Siamo pronti ad ascoltarlo in ogni momento, ma siamo pronti ad ascoltare tutte le altre ragazze che hanno subito molestie da qualsiasi regista o produttore di cinema o tv».

Il regista non s'è fatto trovare al telefono ma nei giorni scorsi, già nell'occhio del ciclone, s'era difeso: «Mai e poi mai nella mia vita ho avuto rapporti non consenzienti o condivisi».

E poi era andato al contrattacco avvertendo di essere intenzionato a portare in tribunale chi insisterà nel coinvolgerlo nell'affaire molestie sessuali. Ma il sospetto si fa sempre più insistente e l'accusa corposa: è lui il Weinstein italiano?

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