Chissà se la ministra Azzolina ha già pronta anche una lettera di «reprimenda» da indirizzare al governatore Michele Emiliano. Il presidente della Regione Puglia ieri infatti ha preso una decisione choc: «Chiudere le scuole di ogni ordine e grado». A scatenare il dissenso (ingiustificato) della responsabile della Pubblica istruzione erano bastati, nei giorni scorsi, i provvedimenti decisamente più soft dei governatori De Luca (Campania) e Fontana (Lombardia) che avevano anch'essi optato per la didattica a distanza (Dad) ma con forme decisamente meno draconiane rispetto a quelle decise ieri da Emiliano. «Abbiamo dovuto prendere una decisione difficile, quella di sospendere la didattica in presenza in tutte le scuole di ogni ordine e grado», ha annunciato il presidente della Regione Puglia su Sky Tg24 . «Nelle scuole primarie abbiamo numeri pesantissimi, restano escluse dal provvedimento le scuole per l'infanzia, dove la frequenza non è obbligatoria - ha spiegato -. Abbiamo verificato che l'aumento dei contagi è coinciso con la riapertura delle scuole». Insomma, l'esatto contrario del trend «rassicurante» sbandierato (anche con tono piuttosto arrogante) dalla ministra Azzolina, secondo cui «la scuola è il posto più sicuro per evitare il contagio». La stessa baggianata sostenuta dalla sua collega di governo, la ministra dei Trasporti, De Micheli, convinta che sui mezzi pubblici ci siano pochi rischi di prendere il Covid».
«Oggi in Puglia - ha precisato Emiliano - abbiamo toccato il picco massimo storico con quasi 800 nuovi contagiati che ci hanno portato alla decisione dolorosa di obbligo della didattica a distanza in tutte le scuole. L'inizio dell'incremento nella regione coincide con la riapertura delle scuole ed è bene che il governo se ne renda conto». «Ci stiamo preparando - ha aggiunto - a una seconda ondata formidabile. Per fine novembre prevediamo 2500 contagi. Sto ponendo delle previsioni statistiche preoccupanti per la Puglia e per tutto il Paese».
Alla ministra Azzolina fischieranno le orecchie. Lei, che appena pochi giorni fa, aveva scritto ai governatori De Luca e Fontana facendogli una lavata di capo: «Il Dpcm del 18 ottobre 2020 ha previsto indicazioni molto chiare per la gestione delle misure da adottare con riferimento alle istituzioni scolastiche, prevedendo in primo luogo la prosecuzione.
In una fase così complessa per la Nazione, desidero invitarla a lavorare insieme a tutte le istituzioni coinvolte, per trovare soluzioni differenti da quella adottata, nel rispetto del diritto alla salute dei cittadini e del diritto allo studio dei nostri studenti e delle nostre studentesse».
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