Puglia, gli uomini di Emiliano tra sesso e concorsi truccati

Ecco le intercettazioni che inchiodano i fedelissimi del governatore. E lui tace. Fi: "Speranza mandi gli ispettori"

Puglia, gli uomini di Emiliano tra sesso e concorsi truccati

Mentre il governatore magistrato Michele Emiliano ancora tace sull'ennesima inchiesta che ha travolto uomini da lui nominati ai vertici delle agenzie e controllate regionali, il Pd lo copre. Licia Ronzulli invece è intervenuta con deputati e senatori di Forza Italia chiedendo a Speranza d'inviare gli ispettori e commissariare la sanità in Puglia.

«Le condotte delineate durante lo sviluppo delle attività operative spiegano nell'interrogazione si sarebbero sostanziate nella promessa di posti di lavoro da parte di alcuni pubblici ufficiali, in cambio di plurime utilità (anche sessuali), nel collocamento di persone in posizioni strategiche di svariati Enti pubblici».

L'ordinanza sull'inchiesta Re Artù è costruita su 8 capi d'imputazione che vanno da assunzioni in sanità per in cambio di sesso, accreditamenti di ospedali privati per posti di lavoro, e concorsi truccati per soldi, cozze e aragoste. Un capitolo riguarda i consorzi di bonifica, enti commissariati per un buco di bilancio attualmente di 160 milioni di euro ma che continuavano ad assumere amici truccando i concorsi pubblici.

Il gip scrive che Totò Ruggeri (ex assessore regionale di Emiliano, oggi da lui messo nel cda di Acquedotto Pugliese) riusciva per il tramite dei commissari ad acta nominati da Emiliano, ad interagire con i componenti della commissione esaminatrice del concorso bandito nel 2019 per l'assunzione presso il Consorzio di due geometri.

Si legge nell'ordinanza: «Dai dialoghi intercettati emerge come l'ex assessore al welfare di Emiliano abbia ottenuto l'assunzione di un suo protetto dapprima inducendo il commissario a riaprire i termini del concorso e ad eliminare la soglia di sbarramento che consisteva nel raggiungimento di un punteggio minimo per titoli per accedere all'orale, poi gestendo strategicamente gli stessi punteggi dati dalla commissione ed infine, non essendo riuscito ciononostante il suo protetto a occupare i primi due posti in graduatoria, ricorrendo a manovre sui dirigenti del consorzio, grazie alle quali poteva finalmente conseguire la anelata nomina per scorrimento della graduatoria».

Tutto è descritto nelle 330 pagine di intercettazioni, con colloqui di questo calibro:

Renna: «Questo ha il punteggio proprio basso come titoli, per cui non ha risposto quasi a niente, ma anche se li diamo... comunque arriva giusto ad essere idoneo».

Ruggeri: «Allora fatemelo arrivare qui intanto».

Renna: «Arriva... 70 qua arriva non ci arriva a 74, come cazzo fa ad arrivare a 74...».

Ruggeri: «Tocca cambiare... dicendo che ha fatto ricorso... per farlo arrivare qua... prima di sto cazzo di Favale. Chi cazzo è sto Favale? se ne può andare a fanculo ed entra».

Renna: «Allora questo... questo lo liberiamo... 12 punti dobbiamo recuperare».

Ruggeri: «Prima de lu Marinaci, mettilo prima de lu Marinaci».

Ancora Ruggeri in un altra telefonata: «Mi hai fatto fare un casino guarda, una parola non ha detto... gli abbiamo messo Il massimo al colloquio 60 e non ha detto una parola... non ha detto una parola...».

I parlamentari azzurri hanno evidenziato, come «tali fatti fanno eco ad altre iniziative giudiziarie assunte dalla Procura di Bari che hanno riguardato corruzione e appalti con l'emissione di misure cautelari nei confronti di importanti dirigenti di diretta collaborazione con il presidente della Regione.

Secondo gli eletti di Forza Italia:

«Dai fatti riportati, tutti recenti, emerge un quadro drammaticamente preoccupante per la gestione della sanità pugliese: pronto soccorso definiti gironi infernali, liste di attesa interminabili, ambulanze in coda per ore».

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