«Ci trattano da scemi! Pensano di avere a che fare con dei bambini? Pensano che i presidenti delle Regioni siano dei pazzi irresponsabili? Temono che dicano alle gente uscite tutti e abbracciatevi? Che ci risponda Conte! È inammissibile questo atteggiamento statalistico e centralistico del governo. Inammissibile!», sbotta Massimo Cacciari, filosofo, ex sindaco di Venezia, spirito critico della sinistra italiana.
Professore, gli ultimi diktat sono contro le riaperture in Calabria a Alto Adige.
«Ma che senso ha? Non vedo per quale ragione non si debba procedere in modo differenziato visto che le condizioni tra regione e regione sono molto diverse e in alcune il contagio è vicino allo zero. Sono assurdità, come il divieto di non uscire dalla propria regione. Vorrei che uno scienziato mi spiegasse cosa c'entra con la mia salute il fatto che posso andare da Milano a Desenzano ma non da Milano a Peschiera. Niente! Basta con questi padri che dicono al bambino questo si può e questo non si può. Invece di tracciare chi sta bene e chi sta male, si preoccupano se qualcuno va sui Navigli a Milano».
Il sindaco Sala ha minacciato rappresaglie.
«Ma si dia una calmata anche lui! Pensi piuttosto ai suoi cittadini che tirano la cinghia e perdono il posto di lavoro. Io ci vivo ai Navigli, non c'era nessuna folla, hanno fatto le foto in prospettiva, è chiaro che sembrano tanti ma erano tutti distanziati, a parte forse qualche cretino senza mascherina. Tutti i bar si sono attrezzati per rispettare le distanze, stanno perdendo un sacco di soldi, ci sono tre quarti delle persone che non hanno ancora ricevuto un centesimo di cassa integrazione, e il problema sono dieci persone che vanno ai Navigli? Ma cosa aspettano, che ci sia la disperazione?»
Fanno bene i governatori a decidere autonomamente?
«Ma certo, fanno bene. Se decidono cose ragionevoli ovviamente, ma non mi risulta abbiano fatto pazzie».
Però lo Stato centrale vuole imporre la sua linea, dimostratasi fallimentare tra l'altro.
«È puro statalismo, questo è il paese delle leggi sulle leggi, dei decreti di 700 pagine mentre in Svizzera sono di due cartelle. Leggi e ordinamenti su ogni cazzata, e questo vale in ogni campo».
L'avvocato Conte è il premier ideale per il paese che descrive.
«Conte è il nipotino esatto dell'iperstatalismo italiano, il parto perfetto. Non potevano trovare di meglio se volevano una gestione in perfetta continuità con il peggio del passato».
Si augura un governo Draghi?
«Sono costretto ad augurarmi che l'attuale governo faccia qualcosa di buono, perché non si arriverebbe a Draghi per via pacifica. È un'illusione del mio amico Renzi e anche del mio amico Salvini.
Sarebbe come nel 2011, come con l'arrivo di Monti, l'Italia affronterebbe una crisi tremenda, con peggioramento di tutti i dati economici e occupazionali, e a quel punto Mattarella, con il paese in rovina, stopperebbe le elezioni per aprire la strada ad una soluzione di quel tipo. Ma per l'Italia vorrebbe dire passare attraverso una catastrofe, per questo sono costretto a sperare che questo governo ce la faccia e operi meglio di come ha fatto finora».
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