Putin e Xi, quasi amici. Retorica e giochi di potere. "Aperti a un piano di pace"

C'è un'immagine, divulgata da alcuni media ucraini, in cui Vladimir Putin è genuflesso davanti a Xi Jinping

Putin e Xi, quasi amici. Retorica e giochi di potere. "Aperti a un piano di pace"

C'è un'immagine, divulgata da alcuni media ucraini, in cui Vladimir Putin è genuflesso davanti a Xi Jinping. Ovviamente è una foto diffusa ad arte ma sintomatica di chi detenga le leve del potere tra i due leader. Del resto non c'erano molti dubbi, al di là del mandato di cattura internazionale al riconosciuto criminale di guerra russo. La visita di Xi a Mosca ha ribadito chi tenga per i capelli chi in un rapporto all'apparenza di grande intesa. Con i risultati per l'interesse generale, leggasi fine del conflitto in Ucraina, che saranno quasi certamente pochini. Ma tant'è, al momento, l'intervento di Pechino sembra essere l'unica flebile speranza a cui aggrapparsi. Per questo l'attesa era tantissima ma, in prima battuta, si è assistito soltanto a una fiera della retorica in quello che, tolto il ruolo dei due attori e soprattutto la posta in ballo, poteva davvero sembrare un incontro tra vecchi amici.

E invece al centro dei colloqui c'era il piano di pace che la Cina sta sbandierando da settimane e che Xi ha presentato ufficialmente a Putin. O meglio, che vorrebbe imporre a Putin. Perché se in questo anno di conflitto la Russia ha perso tantissimo a livello economico e di immagine internazionale mentre la Cina, che già ha guadagnato tantissimo, basti pensare all'importazione da Mosca di gas e petrolio a prezzi di saldo, vuole andare all in e diventare l'ago della bilancia mondiale acquisendo autorevolezza e credibilità. Ma il piano cinese non prevede il ritiro delle truppe russe dall'Ucraina ed è un manifesto di ambiguità in cui la Cina ha dimostrato di sguazzare agevolmente. Ecco perché il meeting tra i due leader non sembra, per il momento, andato oltre l'amore sbandierato e l'unità d'intenti dichiarato, al di là delle reciproche, reali, idee. Iconografia da manuale: Xi seduto accanto a Putin, davanti a un caminetto di marmo bianco con decorazioni dorate. «È simbolico che 10 anni fa ci siamo incontrati qui come prima visita in veste di Capo di Stato cinese, da allora ci sono stati sostanziali passi avanti nello sviluppo delle nostre relazioni», le prima parole di Putin. «È un caro amico. I nostri paesi devono avere stretti rapporti», ha replicato Xi Jinping. Per poi arrivare al tema più caldo del summit. «Nel nostro incontro avremo l'opportunità di discutere il piano cinese. Noi siamo aperti ai negoziati. Una soluzione diplomatica per l'Ucraina deve tenere conto del principio della sicurezza indivisibile di tutti i Paesi», ha detto lo Zar. Ma se il leader del Dragone resta fermo sull'idea di promuovere la pace senza appoggiare direttamente la Russia, preoccupa una frase di Xi: «È vero che i nostri Paesi condividono gli stessi obiettivi o alcuni obiettivi simili. Possiamo collaborare per raggiungere i nostri obiettivi». Nella speranza mondiale che non siano obiettivi basati su invasioni di Paesi limitrofi e soffocamento del dissenso.

Questo davanti alle telecamere mentre al chiuso delle stanze del Cremlino, Putin e Xi hanno continuato a parlare di fronte a tutto lo stato maggiore russo, prima della grande cena di gala. Sette portate che vanno da un antipasto a base di frutti di mare dell'Estremo Oriente, frittelle con quaglie e funghi, una zuppa di storione con contorno di torta e sorbetto di melograno. Carne di cervo con salsa di ciliegie o salmone bianco siberiano del fiume Pechora con verdure come piatto forte e l'immancabile torta Pavlova come dessert, anche se per Xi è stato preparato anche il gelato di cui pare vada ghiotto.

Al di là del menù, Usa e soprattutto Ucraina, guardano con grande interesse al tour russo di Xi. «Dovrebbe come minimo alzare il telefono e parlare anche con il presidente Zelensky per avere il suo punto di vista», ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza Usa John Kirby. Possibile ma non ancora certo, come confermato dal portavoce del Cremlino Peskov. A Kiev si attende un passo ufficiale con l'Ucraina che sembra essere l'unico Paese a porre reale fiducia nel piano di pace cinese. Forse perché al momento è l'unico sul tavolo.

O più probabilmente contando sui rapporti di forza tra i due leader. Solitamente, chi si genuflette, è più propenso ad accettare compromessi. Anche se si tratta di un leder autoritario e spietato, furbo e poco affidabile. Ma palesemente isolato e molto, molto più debole di un anno fa.

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