Putin fuori controllo. Bombe sulla centrale più grande d'Europa "Terrorismo atomico"

Nella notte tra giovedì e venerdì, mentre si stava scatenando un inferno di missili e bombe, i pompieri ucraini non hanno esitato un solo istante a intervenire e spegnere l'incendio divampato nella centrale nucleare di Zaporizhzhia.

Putin fuori controllo. Bombe sulla centrale più grande d'Europa "Terrorismo atomico"

Chissà se un giorno qualcuno candiderà i pompieri ucraini al Nobel per la Pace. Nella notte tra giovedì e venerdì, mentre si stava scatenando un inferno di missili e bombe, non hanno esitato un solo istante a intervenire e spegnere l'incendio divampato nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, a ridosso della città di Energodar. È stato un gesto eroico. Non hanno salvato soltanto il loro Paese, ma l'Europa intera per come l'abbiamo conosciuta fino a oggi. Le ripercussioni del disastro di Chernobyl si sono protratte per anni, ma se fossero esplosi i reattori dell'impianto di Energodar, il più grande di tutto il continente, le radiazioni, da sei a dieci volte superiori a quelle della tragedia del 1986, avrebbero messo alle corde sopravvivenza e vita di 750 milioni di persone. E non a caso i leader occidentali si mostrano piuttosto preoccupati. Il primo ministro britannico Borsi Johnson parla di «rischio di un'altra Chernobyl in Europa. L'Onu protegga subito le centrali nucleari in Ucraina» mentre il presidente francese Emmanuel Macron ieri ha annunciato «misure concrete per preservare la sicurezza di questi siti» e ha auspicato un accordo tra Mosca e Kiev.

I russi hanno iniziato a bombardare la danger zone nella tarda serata di giovedì, con il primo alert dopo le 22.30, fino allo scatenarsi di un incendio dovuto al lancio di missili. Sono state ore di grandissima apprensione con i vigili del fuoco impegnati al buio a spegnere le fiamme attorno alla centrale, dove si stavano registrando scontri tra esercito ucraino e russo. Intorno all'una di notte in Italia (le 2 a Kiev) sono comparse su Telegram le prime immagini che mostravano lampi di esplosioni intorno al complesso. In una guerra sempre più social, è apparso un'ora dopo un tweet del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba che lanciava il drammatico segnale d'allarme: «L'esercito russo sta sparando da tutti i lati sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Il fuoco è già divampato. Se scoppia sarà un'ecatombe per l'Europa». Il terrore è durato due ore circa, con i flash delle agenzie stampa di tutto il mondo che hanno pubblicato qualsiasi cosa. Persino che erano stati colpiti, ed esplosi, i reattori. Poi, fortunatamente, il portavoce della centrale ha fatto sapere che l'opera dei pompieri era stata «decisiva e tempestiva nello spegnere l'incendio»: secondo la ricostruzione del New York Times le fiamme si sono fermate a 450 metri dal reattore. Petro Kotin, il capo di Energoatom, l'azienda di Stato ucraina che si occupa della gestione delle quattro centrali nucleari sul territorio, ha accusato i militari di Mosca di aver cercato di impedire alle squadre di emergenza di lavorare per domare le fiamme. Nel rogo non si sono verificate vittime.

I russi volevano davvero creare una situazione di non ritorno? Forse hanno voluto mandare all'Occidente una sorte di minaccia. Se avessero voluto attaccare veramente la centrale, che fornisce energia a 4 milioni di ucraini, avrebbero potuto farlo mentre si sono limitati a colpire la zona esterna. Mosca ha parlato di una provocazione di Kiev con l'obiettivo di accusare la Russia di causare un incidente nucleare.

Mosca comunque ha preso pieno possesso del reattore, che si trova tra la Crimea e Odessa, zona che Mosca rivendica. Il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha precisato che il personale della centrale «lavora come al solito e monitora i livelli di radiazione». L'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha rassicurato il mondo chiarendo che l'esplosione è avvenuta in un edificio esterno vicino a uno dei sei reattori. Gli altri erano già stati chiusi per ragioni di sicurezza. «Non esistono emissioni radioattive - ha puntualizzato Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell'Aiea - siamo stati fortunati, ma dobbiamo trovare un accordo tra russi e ucraini per non compromettere i principi di sicurezza». Grossi ha anche parlato di problemi tecnici nel monitoraggio dei livelli di radiazioni dell'ex centrale nucleare di Chernobyl, «ma dai dati disponibili la situazione appare nella normalità».

In mattinata è intervenuto anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha accusato Mosca di ricorrere al terrore nucleare e di voler replicare il disastro di Chernobyl. «Siamo sopravvissuti a una notte che poteva fermare il corso della storia dell'Ucraina, della storia dell'Europa. Come può accadere una cosa simile? Non abbiamo forse lottato insieme contro le conseguenze della catastrofe del 1986?».

L'assalto alla centrale ha ricevuto una condanna pressoché unanime. Joe Biden ha esortato la Russia a cessare qualsiasi operazione militare nella zona di Zaporizhzhia, ricordando che «attaccare una centrale nucleare è un crimine di guerra».

Il segretario generale della Nato Stoltenberg ha parlato di «atto irresponsabile», e il premier italiano Draghi di «attacco scellerato contro la sicurezza di tutti». Persino la Cina ha invitato i contendenti alla calma e alla moderazione «per prevenire un'ulteriore escalation e garantire la sicurezza degli impianti nucleari».

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