"Putin può finire alla sbarra come i nazisti e Milosevic". E lui va dai bimbi in Crimea

Per il procuratore capo Khan lo Zar finirà a processo anche se la Russia non riconosce la Corte. Mosca: "Decisione idiota e illegale"

"Putin può finire alla sbarra come i nazisti e Milosevic". E lui va dai bimbi in Crimea

Il giorno dopo l'annuncio del mandato d'arresto internazionale spiccato contro Vladimir Putin, il clamore non fa che crescere. Il procuratore capo della Corte Penale Internazionale non ha esitato a paragonare il processo, al quale almeno in teoria potrebbe essere trascinato il presidente russo, ad altri rimasti nella Storia, come quello di Norimberga del 1945-46 contro i criminali di guerra nazisti, quello che portò alla condanna all'ergastolo del leader serbo Slobodan Milosevic e quello contro il dittatore liberiano Charles Taylor: «Erano tutti individui potenti ha ricordato Karim Khan eppure si sono ritrovati nelle aule di un tribunale. E Putin potrà essere processato anche se Mosca sostiene di non essere soggetta alle decisioni della Corte».

Il mandato della Corte dell'Aia implica che, se Putin entrasse nel territorio di uno qualsiasi dei 123 Paesi che la riconoscono, le loro autorità sarebbero tenute ad arrestarlo. Va ricordato che, per ragioni diverse, Paesi importanti come gli Stati Uniti e la Cina, oltre alla stessa Russia e all'Ucraina (che ha però garantito alla Cpi giurisdizione per perseguire i crimini commessi nel suo territorio), non riconoscono la Corte. E siccome essa non dispone di propria polizia, gli arresti devono essere effettuati dagli Stati membri. In pratica è assai improbabile che nulla del genere possa accadere, perché Putin starà ben attento a evitare rischi; rimane però che da venerdì scorso il presidente russo è di fatto un ricercato internazionale e un leader politico molto più isolato e indebolito.

Si spiega così la rabbiosa reazione di Mosca alla notizia. Come prevedibile, la Russia cerca di negare l'oggettività delle prove e delle testimonianze in possesso della Corte dell'Aia, e di far passare il tutto per una macchinazione americana nel segno della «isteria russofobica». Così, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito «offensiva e inaccettabile» l'accusa di sequestro di minori ucraini. Più duro e sprezzante lo speaker del Parlamento russo: «Yankees, giù le mani da Putin! ha scritto su Telegram Viaceslav Volodyn Ogni attacco al presidente è un'aggressione al nostro Paese». Il top della violenza verbale è stato raggiunto, come quasi sempre, dalla portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, che ha cercato di smontare la credibilità di Khan raccontando una storia su un fratello pedofilo del procuratore dell'Aia e parlando di «decisione idiota e illegale».

Di tutt'altro parere il presidente americano (per Joe Biden, Putin «ha chiaramente commesso crimini di guerra») e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, secondo cui «nessuno è al di sopra della legge e la Cpi è l'istituzione giusta per indagare sui crimini di guerra». C'è poi anche un capitolo italiano: il ministro della Giustizia Carlo Nordio sarà da oggi a Londra per partecipare alla conferenza a sostegno della Cpi e della sua indagine in Ucraina. Inoltre, uno dei tre giudici che hanno emesso il mandato di arresto per Putin, su richiesta del procuratore capo Khan, è un italiano, Rosario Aitala.

Uno studio dell'Università di Yale precisa che in Russia ci sarebbero oltre 6mila bambini ucraini sparsi in almeno 43 campi e altri istituti, parte di «una rete sistematica su larga scala». Mosca del resto non nasconde questo programma, ma cerca di presentarlo come una campagna umanitaria per proteggere orfani e bambini abbandonati nelle zone di una guerra che non è un dettaglio ha scatenato essa stessa in Ucraina.

E ieri, come a rispondere alle notizie che lo riguardano, Putin si è recato in auto nella Crimea annessa alla Russia dal 2014.

A Sebastopoli ha ostentatamente visitato un centro di vacanze e un istituto culturale per bambini, accompagnato anche da autorità ecclesiastiche. Domani, inoltre, giungerà in visita in Russia il presidente cinese Xi Jinping, come se nulla fosse.

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