Certo, se dovessimo mettere in fila tutte le sparate delle "virostar" da inizio a pandemia ad oggi, probabilmente un libro intero non basterebbe. Ma visto che ora qualche virologo superstar, protagonista - suo malgrado - della stagione pandemica si candida per governare il Paese, è bene rinfrescare la memoria. Anche per ricordare agli elettori quali potrebbero essere un giorno le proposte e le misure che questi medici potrebbero proporre in futuro, qualora sedessero fra i banchi del Parlamento, sempre nel nome della "scienza". Tra una proposta di lockdown e l'altra, in tempi non sospetti il microbiologo Andrea Crisanti, candidato dal Pd come capolista nel collegio Europa, arrivò a proporre qualcosa che andava ben oltre le restrizioni e le chiusure: l'abolizione della privacy. Motivo? Tutelare la "salute pubblica".
Quella frase choc sulla privacy
È il 7 giugno 2021 quando, nello studio di Agorà, il talk mattutino di Rai3, in diversi saltano dalla sedia quando il virologo pronuncia le parole fatidiche: "Aboliamo la privacy". "Noi siamo continuamente tracciati, per fini commerciali. La privacy è il recinto attraverso il quale queste grandi compagnie gestiscono il loro business. Io sarei dell'idea di scardinare questa cosa, di abolire la privacy, perché è il solo modo per rompere questi monopoli". Una frase che fece letteralmente infuriare il direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano: "Non la può abolire perché la Costituzione lo impedisce. La privacy è un diritto riconosciuto da tutti i trattati internazionali cui quali l'Italia aderisce, è un diritto riconosciuto dalle Carte delle Nazioni Unite. È un'affermazione pericolosa e antidemocratica". Abolire la privacy, ha sottolineato Sangiuliano, "è come abolire il diritto di voto dei cittadini o abolire la democrazia. Lo so che abolendo la democrazia si ha più efficienza, ma non per questo noi dobbiamo rinunciare ai diritti fondamentali che abbiamo conquistato in secoli e secoli di storia".
Per contestualizzare la discussione, come riportato da Il Tempo, si discuteva delle difficoltà di "dialogo" tra le banche dati regionali sul vaccino che rendeva difficile il coordinamento della campagna vaccinale fuori dai territori di residenza, e il grande flop del tracciamento dei contagi dell'app Immuni. Da qui la proposta di Crisanti di risolvere il problema alla "radice", in stile Grande Fratello orwelliano.
"Tessera del Pd dal 2016"
Com'era la storia sulla scienza "neutra", non influenzata dalle ideologie e dalla politica? Nel caso di Crisanti, la sua militanza nel Partito democratico risale ad anni fa, e non è certo una novità. Lo ha confermato lui stesso, ospite di 24 Mattino Estate su Radio 24: "I contatti con il Pd sono iniziati anni fa: sono iscritto al circolo di Londra dal 2016, e in passato sono stato iscritto alla Fgci, ai tempi di Berlinguer.
Non c'è stato un grande cambiamento di orientamento politico. Il circolo di Londra ha proposto il mio nome alla direzione del Pd che l'ha accettata" ha affermato il microbiologo che ha deciso di scendere nell'agone politico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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