Una coppia separata, una bimba piccola, forse alcuni problemi economici e i problemi per il mantenimento della figlia. Litigate in serie, anche dire, fino all'ultima, prima della tragedia. È un copione già drammaticamente visto e rivisto in questi ultimi anni, prologo dell'ennesimo tragico femminicidio. Questa volta però a colpire a morte l'ex compagno non è stato l'uomo ma la donna. Il che, ovviamente, non riduce i termini della tragedia. È successo la notte scorsa a Nettuno, sul litorale laziale a pochi chilometri da Roma.
Una donna di 36 anni, Simonetta Cella, ha colpito con una coltellata al petto l'ex compagno Gianluca Monaco, 43 anni, nel cortile del palazzo dove abitava. I vicini che hanno sentito le urla, hanno chiamato il 112 e quando i carabinieri sono arrivati all'abitazione di via Bachelet, hanno trovato il corpo dell'uomo in una pozza di sangue ormai privo di vita. La donna, poco dopo, si è presentata presso la locale stazione dei carabinieri raccontando di aver colpito l'ex compagno con una coltellata e di averlo ferito, inconsapevole invece di averlo ucciso. Con le sue dichiarazioni la donna ha permesso ai carabinieri ritrovare anche un coltello, sporco di sangue, che la Cella aveva gettato a terra a poca distanza dal luogo dell'omicidio. La donna è stata trattenuta a lungo in caserma e interrogata dal Pm della Procura della Repubblica di Velletri. Poi, considerati gli evidenti indizi di colpevolezza e il suo racconto dettagliato, è stata arrestata e portata in carcere a Rebibbia.
Secondo una prima ricostruzione, I due si erano separati da tempo e l'affidamento e la gestione della figlia di 7 anni, ha provocato nel tempo numerose e furiosi liti. Entrambi nati e residenti a Nettuno, negli anni scorsi avevano gestito insieme un bar sul litorale del comune in provincia di Roma. L'altra sera, al termine dell'ennesima lite, la donna ha colpito l'ex compagno con un coltello da cucina con una lama di circa 20 centimetri, a suo dire senza l'intenzione di ucciderlo.
Anche se secondo uno spartito diverso, classificabile come «maschicidio», si tratta dell'ennesima tragedia «familiare» in Italia dove secondo gli ultimi dati il 43% degli omicidi viene commesso tra le mura di casa. Ed è proprio nell'ambito della coppia dove si registrano i dati più preoccupanti con circa la metà dei casi complessivamente censiti.
I femminicidi sono i casi più diffusi ma non mancano anche i maschicidi, con diverse associazioni che tutelano gli uomini vittime di violenza. L'altra faccia di una stessa medaglia che registra, on ogni caso, violenze inaccettabili.
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