Quanto vale l'ufficiale alle urne? Un fenomeno destinato a rientrare

L'attenzione mediatica rischia di non superare l'autunno

Quanto vale l'ufficiale alle urne? Un fenomeno destinato a rientrare
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La pubblicazione del libro del generale Vannacci e il dibattito che si è sollevato rappresentano senza dubbio il «caso dell'estate».Ma, al di là del suo rilievo, quali possono essere le implicazioni e le conseguenze politiche della vicenda? E, in particolare, gli effetti elettorali? Sul piano degli equilibri attuali di voto tra i partiti, sino ad oggi poco è cambiato. Ma per il futuro?

Occorre distinguere al riguardo tra il peso del personaggio in sé e quello di un movimento- o, come qualcuno ha ipotizzato di un vero e proprio partito- che potrebbe formarsi a seguito della sua vicenda.

Il candidato Vannacci in quanto tale potrebbe senz'altro attirare i voti di una fascia di simpatizzanti per le sue idee e le sue convinzioni. Ma si tratta di un ambito assai limitato. Malgrado il consenso per le sue opinioni guadagni nel nostro Paese uno spazio relativamente significativo, il numero di coloro che abbandonerebbero il partito attualmente votato - o per il quale si simpatizza - per scegliere specificatamente la persona di Vannucci è limitatissimo e con tutta probabilità elettoralmente irrilevante. Il generale probabilmente lo sa bene, tanto che ha sino ad oggi rifiutato la candidatura di Forza Nuova nel collegio di Monza: una prudenza che, come ha osservato Sorgi, lo potrebbe favorire in futuro, forse anche pensando a prospettive migliori.

La situazione appare diversa se, a partire dalla sua vicenda, si formasse una aggregazione che volesse competere a destra di Fdi, che con la guida di Meloni, è percepita dell'elettorato sempre più rivolta verso il centro. L'ex sindaco di Roma Alemanno si è candidato, con altri esponenti della destra, come leader di una forza del genere, che potrebbe raccogliere il segmento di elettorato scontento dell'attuale posizionamento- e della tendenza - del partito di maggioranza. Folli, su Repubblica suggerisce la possibilità che un partito siffatto raggiunga circa il 5%. Si tratta di un ipotesi difficile da misurare, ma le stime a nostra disposizione indicano, anche considerando la attuale grande popolarità di Meloni, una quota decisamente inferiore.

A meno che una componente della coalizione di governo - in particolare Salvini che in questo periodo sta tentando di allargare i suoi consensi - non prenda anche lo spunto dell'affaire Vannacci per fare concorrenza «da destra» a Meloni in occasione delle elezioni europee in cui ciascun partito corre per sé. Dopotutto Salvini ha già imboccato questa strada, manifestando la sua simpatia in Europa per Marine Le Pen. Una circostanza del genere potrebbe, come scrive Folli, provocare un «salto di qualità» in negativo al governo, innescando un indebolimento di Meloni.

Ma anche in questo caso, l'eventuale successo dell'operazione è tutto da verificare: allo stato attuale, infatti, la popolarità della presidente del Consiglio

appare ampia e difficilmente contendibile.

In definitiva, appare ragionevole ipotizzare che il caso Vannacci si ridimensioni con il finire dell'estate, in vista di un autunno che si annuncia «caldo» per motivi assai più gravi.

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