La quarta dose e l'ipotesi di altri richiami. Scienziati cauti, ma la salute non rischia

Calo della protezione da monitorare, possibile che la terza dose basti. Israele: 4 iniezioni efficaci, anticorpi quintuplicati in 7 giorni

La quarta dose e l'ipotesi di altri richiami. Scienziati cauti, ma la salute non rischia

«Una quarta dose del vaccino contro il Covid è una possibilità concreta». A sdoganare tra i primi l'ipotesi della necessità di un quarta dose per rinnovare la copertura contro l'infezione da Covid19 è stato il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico. Al momento non ci sono dati sufficienti per stabilire se sarà davvero necessaria ma tutti gli esperti sono unanimi ne sottolineare la sicurezza di un eventuale quarto richiamo

DOVE È PARTITA?

Israele ha già dato il via libera alla quarta dose di vaccino contro il Covid per tutti gli over 60 dopo 4 mesi dal richiamo. Lo ha annunciato il 2 gennaio il premier Naftali Bennet che ieri ha reso noto uno studio che conferma la straordinaria efficacia del quarto booster. La ricerca ha messo il luce che la quarta dose di vaccino aumenta di cinque volte gli anticorpi dopo una sola settimana dalla sua somministrazione. Il premier Bennett ha precisato che quelli pubblicati al momento sono studi preliminari che andranno quindi confermati con una peer review. «Una settimana dopo l'iniezione della quarta dose, sappiamo con maggiore certezza che è sicura ed efficace: c'è un aumento di cinque volte del numero di anticorpi nella persona vaccinata» ha confermato Bennett all'uscita dal centro medico Sheva aggiungendo che sulla base delle evidenze scientifiche raccolte finora dal Centro Medico Sheba la protezione offerta dalla quarta dose sembra garantire una protezione migliore rispetto alla possibilità di infettarsi e comunque dall'eventualità di ammalarsi in modo grave. «La quarta dose è sicura». Oltre 100mila israeliani si sono prenotati e in 20 mila l'hanno già ricevuta. I dati saranno condivisi con il resto del mondo.

SARÀ NECESSARIA?

Il professor Roberto Cauda del Policlinico Gemelli e consulente dell'Agenzia europea del farmaco Ema per le malattie infettive non esclude comunque che «la terza dose possa chiudere la partita». Occorrerà però aspettare qualche mese per monitorare la caduta della protezione come è già stato fatto per la seconda dose.

SARA' L'ULTIMA?

Anche su questo fronte non ci sono certezze definitive. Va ricordato che esistono altri vaccini che richiedono richiami periodici: quello per la pertosse ad esempio. L'antitetanica richiede due dosi a distanza di quattro mesi, una terza a distanza di un anno e infine un richiamo ogni dieci anni per assicurare la protezione. Non è uno scandalo dunque ipotizzare richiami periodici o stagionali come per l'antinfluenzale. L'infettivologo Matteo Bassetti ha ribadito nei giorni scorsi che «bisognerà pensare a una vaccinazione una volta all'anno o due volte, finché non avremo depotenziato completamente questo virus».

LE DOSI RIPETUTE INDEBOLISCONO IL SISTEMA IMMUNITARIO?

Quello della possibile ricaduta sul sistema immunitario è un timore diffuso soprattutto tra i genitori rispetto alla vaccinazione in età pediatrica. Si tratta però di un timore del tutto infondato.

I vaccini nascono per stimolare una risposta immunitaria, ma non stressano il nostro sistema immunitario. Anzi semmai lo rinforzano. Ammalarsi di malattie prevenibili con il vaccino impegna il sistema immunitario molto di più di quanto accadrebbe sottoponendosi alla vaccinazione.

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