Quei "due" diventati "uno" (e chi resta si scopre vedovo)

Ci sono un sacco di modi per sentirsi dimezzati. Perché "due non è il doppio, ma il contrario di uno", come insegna Erri De Luca

Quei "due" diventati "uno" (e chi resta si scopre vedovo)

Ci sono un sacco di modi per sentirsi dimezzati. Perché «due non è il doppio, ma il contrario di uno», come insegna Erri De Luca. Certi connubi artistici diventano un completamento di sé, un modo di plasmarsi avendo i bordi dell'altro come confine. E come sostegno. E la fine, di certi connubi artistici, diventa una vedovanza. Ieri si è spento Bruno Arena, la metà dei Fichi d'India e non a caso, per salutarlo, l'altra metà dei Fichi, il suo compare artistico, Max Cavallari, ha usato parole d'amore: «Hai preso la valigia e le parrucche?... Adesso farai ridere i grandi lassù... È solo un arrivederci. Ti amerò per sempre». Tocca reinventarsi dopo scomparse così, capire di nuovo chi si è. Bruno e Max avevano finito perfino con l'essere vicini di casa. Perché spesso si inizia ad essere sodali sul palco, o davanti alle telecamere, e si finisce con l'esserlo anche nella vita. Migliori amici, fratelli, parenti. Però scelti.

Parenti veri lo erano diventati Andrea Brambilla (in arte Zuzzurro) e Nino Formicola (in arte Gaspare). Oltre ad aver condiviso quasi quarant'anni di carriera, Brambilla aveva sposato Francesca, la sorella di Formicola. Dopo la morte di Andrea, Nino, che non ha mai più voluto essere chiamato Gaspare («Lui è morto il 24 ottobre del 2013, assieme ad Andrea Brambilla e Zuzzurro»), partecipò, nel 2018, ad un'edizione de L'Isola dei Famosi e durante una puntata scoppiò in un pianto a dirotto ricordando l'amico e spiegando che riprendersi dopo la sua morte fu tutt'altro che semplice. Andare avanti fu per un tratto impensabile e doloroso. In quell'occasione decretò anche la fine del suo personaggio: «Non esiste Stanlio senza Ollio, così come non esiste Gaspare senza Zuzzurro».

Carlo Pedersoli (Bud Spencer) e Mario Girotti (Terence Hill), si erano divisi professionalmente già da tempo, prima della morte di Pedersoli, nel 2016. Si separarono con naturalezza e delicatezza per il semplice fatto che entrambi erano diventati troppo maturi per interpretare i ruoli che li avevano resi celebri come duo. Diciotto film insieme, l'ultimo, nel 1994 diretto proprio da Girotti. Ma gli incassi e il successo di pubblico non furono paragonabili ai loro standard. Avrebbero voluto inventare un nuovo modo di lavorare fianco a fianco ma non ci fu maniera. E tempo. Girotti trovò una sua nuova vita artistica nelle fiction ma alla morte di Pedersoli disse: «Noi siamo l'unica coppia cinematografica al mondo a non aver mai litigato».

Anche Ezio Greggio ha raccontato che l'ultima volta che sentì Gianfranco D'Angelo, (scomparso nel 2021 quando le loro strade professionali si erano già divise da anni), il tema dell'ultima, emozionante telefonata fu il sogno di

inventarsi un modo per tornare due. Non c'è stato tempo. Ma anche qui, restano parole che assomigliano alle parole d'amore: «Abbiamo avuto il nostro modo di stare insieme: l'ho fatto ridere e lui mi ha fatto ridere tanto».

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