Quelle verità nascoste sul Coronavirus nelle chat e nei messaggi dal ministero

Nel dossier della Finanza la serie di scelte sbagliate dopo la notizia della diffusione del virus dalla Cina

Quelle verità nascoste sul Coronavirus nelle chat e nei messaggi dal ministero
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Errare è umano, perseverare è diabolico. Non possiamo ripetere gli stessi errori nella gestione «caotica e creativa», bisogna ragionare sugli strumenti legislativi a disposizione dell'esecutivo e sulle forze dell'ordine, realmente capaci di applicare le inevitabili compressioni della libertà individuale di una prossima (e probabile) pandemia.

È questo il compito della commissione d'inchiesta sul Covid che si è insediata ieri, al netto della coda di paglia agitata dal centrosinistra che teme (a ragione o a torto) un «processo politico» all'esecutivo di Giuseppe Conte. La mancata prevenzione non è reato, l'ha deciso il Tribunale dei ministri di Brescia che ha fatto naufragare l'inchiesta della Procura di Bergamo, ma questo non significa nascondere sotto il tappeto le responsabilità politiche, non penali, di chi ha lasciato senza risposte e senza risarcimento i familiari della Bergamasca, oggi dilaniati al loro interno in una guerra di carte bollate tra esposti, strani addii e querele.

La verità sulla pandemia è nelle migliaia di pagine del dossier della Finanza per conto della Procura bergamasca guidata allora da Antonio Chiappani, ci sono i messaggini, le mail e le chat dei principali protagonisti nella gestione della pandemia, dal ministro della Sanità Roberto Speranza ai membri del Cts. Si deve partire da lì. Dopo la notizia della diffusione del virus Sars-Covid19 in Cina, la scelta di non interrompere i voli da e per la Cina (anzi, raddoppiati per compiacere Pechino) e di non chiudere i confini con i Paesi limitrofi si è dimostrata sbagliata, anzi disastrosa, tanto che i dati della Ue dimostrano che l'Italia è stato il cluster d'Europa. Colpa della mancata preparedness italiana, confermata dalle farlocche autovalutazioni all'Oms e dal report dell'ex Oms Francesco Zambon, testata d'angolo dell'inchiesta, sparita e ritrovata dall'ex consulente dei familiari delle vittime Robert Lingard.

Tutte le minacce chimiche, batteriologiche, radiologiche o nucleare (in gergo Cbrn) richiedono un piano d'azione Ue dal 2017 che prevede esercizi di simulazione, seminari sul regolamento sanitario internazionale e best practises sullo screening che l'Italia ha aggirato. L'indice di mortalità italiana, tra i peggiori dell'Occidente durante la prima ondata nonostante due lockdown, il green pass e l'obbligo vaccinale sono figlie di questa inescusabile negligenza. Come il tira e molla sulla Zona rossa tra Alzano e Nembro, epicentro della pandemia, mai chiusa dopo un balletto di responsabilità tra governo, Regioni e forze dell'ordine su cui c'è il segreto di Stato. A che punto è il Piano pandemico, non aggiornato dal 2006 e accantonato frettolosamente dagli esperti del Cts e della Salute? La sua stesura, il suo aggiornamento e le verifiche rispetto ai dispositivi di protezione in magazzino (allora regalati incautamente alla Cina), è cruciale ma non se ne parla abbastanza. La decisione sul lockdown non può essere frutto di valutazioni estemporanee come è successo nel 2020, quando fu ipotizzato per giorni, annunciato e deciso solo a tarda sera tra il 7 e l'8 febbraio, innescando il panico e la corsa notturna a treni e autobus, vanificandone i benefici. Prima di chiudere le scuole, con ricadute incalcolabili sulla psicologia degli studenti più giovani che pagheremo a lungo, bisognerà valutare bene le faglie più deboli da preservare.

Il capitolo più importante riguarda l'aspetto sanitario. Ha ragione il Pd Andrea Crisanti quando dice che non c'è alcun virologo in commissione, ma perché non si è subito offerto di farne parte, come scienziato, mettendo da parte questioni di bottega politica? Il protocollo sulle cure domiciliari non può certo restare inchiodato su «tachipirina e vigile attesa», difeso dal ministero della Salute fino al Consiglio di Stato, nonostante successive evidenze scientifiche lo considerassero dannoso. Sulla campagna vaccinale e sugli annunci contraddittori sulle terapie c'è da scongiurare pericolose derive No Vax.

Infine c'è il tema dell'acquisto di mascherine, respiratori e Dpi dalla Cina poi rivelatisi fallaci e costosi, quando si possono obbligare alcune aziende a riconvertirsi sulla

produzione di mascherine per lo Stato a prezzo calmierato. Ci sono funzionari valorosi delle Dogane come Miguel Martina che hanno denunciato i rischi di comprare materiale difettoso e sono stati messi ai margini. Perché?

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