Quell'ondata di No Vax anche tra le forze armate. "Lascino le caserme"

I provvedimenti immediati dei carabinieri. A Sigonella il primo sit-in dell'Aeronautica

Quell'ondata di No Vax anche tra le forze armate. "Lascino le caserme"

Fuori dalle camerate se non hai il green pass e rifiuti il tampone: è una disposizione dell'Arma diramata al personale in servizio. Chi non si adatta alle norme stabilite dal Dpcm governativo rischia di rimanere a casa senza stipendio. È un po' ciò che accade per tutti i lavoratori italiani, ma si nota una disparità tra singole forze armate e forze di polizia.

A segnalarlo il sindacato Sim carabinieri.

«L'Arma - spiega il segretario generale Antonio Serpi - conta poco più di 5mila non vaccinati e in una struttura dedicata alla sicurezza, come l'organizzazione dei Carabinieri, pesa tantissimo anche perché già pressati da un'importante vacanza organica, dove il controllo del territorio è già sofferente».

Serpi racconta: «La scelta di non vaccinarsi nell'Arma non è contemplata e come lo spirito secolare impone si applicano integralmente le norme dello Stato. Certo che, per quanto attiene i carabinieri alloggiati nelle strutture, appare eccessivo lo sfratto esecutivo e la disparità interpretativa tra carabinieri e polizia, dove da una parte si vieta l'ingresso e dall'altra si autorizza l'alloggio anche in assenza di green pass».

Ogni amministrazione, Interno o Difesa che sia, infatti, decide per sé. Esercito, Marina e Aeronautica sono meno rigidi, non essendo ancora chiara la questione. La Polizia di Stato ha stabilito che l'alloggio di servizio sia considerato come il domicilio, per cui nessuna restrizione senza green Pass, anche perché i numeri parlano chiaro. Gli agenti vaccinati sono circa 81mila su un totale di 98mila da cui però vanno tolti gli 11.600 positivi guariti. Di questi una aliquota ha avuto una copertura anticorpale di 6 mesi, altri hanno ricevuto una dose con copertura estesa a 9 mesi.

E a chi decide di non vaccinarsi, se entra in servizio col tampone in scadenza, si fa valere la copertura oltre le 48 ore fino a fine turno. Unica rigidità attuata a chi si rifiutasse di fare il tampone senza vaccino. In tal caso starebbe a casa in assenza non giustificata e senza stipendio, sempre secondo la legge. Al momento non vi sono stati particolari problemi, a parte il caso di un carabiniere del nucleo radiomobile di Perugia che è stato fatto rientrare anticipatamente perché senza green pass.

L'Arma ha comunque pochissime persone che rientrano nella casistica, visto che l'87,4 per cento è vaccinato direttamente, una buona percentuale ha provveduto presso le Asl e molti hanno ancora difese alte post Covid.

Per le altre Forze armate i vaccinati con prima dose sono l'84 per cento e con seconda il 74 per cento.

Qualche malumore lo ha scatenato ieri a Sigonella il Siam (Sindacato Aeronautica militare), che ha organizzato il primo storico sit-in della storia aeronautica davanti ai cancelli d'ingresso della base militare contro l'obbligo del green pass «a pagamento». Ma alla fine la protesta è stata pressoché ignorata. Un generale in pensione spiega: «È assurdo che non ci sia ancora chiarezza. Il governo non ha le idee chiare. E poi non si può sentire un militare no vax. I soldati sposano una causa. Quando vanno in teatro operativo devono vaccinarsi perché altrimenti non partono. Servirebbe l'obbligo per tutti, anche perché sono al servizio della Patria e della collettività».

Stefano Paoloni del Sap (Sindacato autonomo di polizia) solleva invece un'altra questione: «Il timore è che molti colleghi non riescano ad effettuare il tampone per ottenere il green pass. In molte città di Italia, per prenotare il tampone per il 14, davano appuntamento dai 4 ai 7 giorni dopo.

È chiaro pertanto che possono nascere disfunzioni e difficoltà».

In questi primi giorni, molti hanno affrontato il problema utilizzando le proprie ferie, ma è chiaro che giungere «fino a Natale in questo modo è improponibile», conclude Paoloni.

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