Questa settimana ad attaccare Salvini è stato il turno della Società Italiana di Psichiatria. Durante il raduno della Lega a Pontida, il ministro dell'interno ha parlato della riforma che ha riguardato i malati psichiatrici, sostenendo che l'eliminazione delle strutture che li accoglievano ha abbandonato le famiglie al loro destino.
Non è chiaro se si riferisse alla Basaglia, che sancì la chiusura delle cittadelle manicomiali, o invece alla più recente trasformazione degli ospedali psichiatrici giudiziari nelle attuali Rems: residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza per i «folli» socialmente pericolosi. Persone che hanno commesso crimini violenti ma sono stati giudicati infermi o semi-infermi di mente, né imputabili né sottoponibili a uno stato di custodia carceraria. Molto probabilmente il ministro si riferiva alle Rems, che aveva già giudicato insufficienti al momento della loro apertura anni fa, e che oggi rischiano di fallire non riuscendo a sostenere la mole di pazienti devianti. Il sistema della salute mentale, replicano gli psichiatri a Salvini, è un'eccellenza italiana riconosciuta nel mondo. Quello che ha fatto infuriare psichiatri e psicologi è stato quindi il mancato riconoscimento del lavoro svolto dai Dipartimenti di Salute Mentale, cui afferiscono tutti i servizi psichiatrici di assistenza diurna, i semiresidenziali e gli ospedalieri aperti dopo la chiusura dei manicomi.
La Società Italiana di Psichiatria invita il ministro a porre fine allo sfascio progressivo di un sistema assistenziale che sta andando in malora a causa del finanziamento ridicolo che i governi hanno riservato alla cura del disturbo mentale. La carenza di fondi per assumere medici, psicologi e assistenti sociali lascia sguarnito di personale indispensabile i servizi sul territorio, con le famigerate lista di attesa ormai troppo lunghe per l'erogazione dei trattamenti indispensabili alla cura, molto spesso urgente, del paziente psichiatrico. Su La7 Salvini ha asserito che il tema della psichiatria è stato lasciato solo sulle spalle delle famiglie.
La Basaglia e la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari sono state negli intenti un grande passo di civiltà ma nella realtà non si sono realizzate come promesso per mancanza di fondi. Gli psichiatri invece di attaccare Salvini avrebbero dovuto approfittare dei riflettori puntati sui problemi gravi e cronici che affliggono i loro pazienti e reclamare una soluzione.
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