Qui e Ora

I l postribolo di bambole erotiche che era stato chiuso a Torino da un blitz dei vigili riaprirà a breve con il permesso del Comune. Non più negozio di sex toy ma un'affittacamere con bambole e autorizzazione. Prendendo spunto da Torino due imprenditori romani hanno creato un'agenzia che distribuisce le bambole a domicilio al prezzo di 60 euro. I clienti, soddisfatti del prodotto, fanno diverse prenotazioni. Le porno-robot simulano piacere nell'essere accarezzate. Di fabbricazione giapponese, ricordano i replicanti alla Blade Runner cui s'ispirò Hiroshi Ishiguro: professore al dipartimento d'intelligenza artificiale all'università di Osaka, produsse prima Repliee Q1, conduttrice tv robotica, e poi un suo gemello androide, in grado di sostenere una conversazione di 10 minuti con gli umani. Ishiguro vorrebbe creare un androide perfetto che possa sostituire amici, badanti e amanti: innamorarsi di un oggetto secondo lui è possibile, così come le persone si entusiasmano per ciò che è elettronico, per le macchine da corsa e i gioielli.

Si può dire amore quello per un oggetto inanimato? In una relazione tra partner maturi gli scambi sessuali sono caratterizzati dalla ricerca speculare di un piacere che deriva dal godimento offerto all'altro e ricercato per sé. Con questi simulacri il piacere deriva dal completo asservimento dell'oggetto, dalla possibilità di un dominio totale su una bambola senza desideri, emozioni e resistenze. La casa delle bambole hot ha registrato il tutto esaurito perché nulla appare oggi più ricercato del puro appagamento narcisistico, che esclude l'altro a priori. Con l'acqua sporca, la difficoltà di ogni relazione, si butta anche il bambino, e cioè quel benessere sessuale autentico che soltanto un altro umano può garantire restituendo quello che riceve: gesti, baci e carezze.

I giapponesi, liberi da ogni moralismo, non si pongono alcun limiti sessuali. L'inventore delle «pedodoll», bambole per pedofili che riproducono bambine dai 5 anni in su, sostiene che non ci sia nulla di immorale nel loro utilizzo perché non sono umane, quindi prive di diritti. Peccato che sdoganino fantasie e istinti patologici che possono indurre il perverso a passare dall'immaginazione alla realtà. L'utilizzatore delle «pornodoll» adulte si esercita invece nel considerare la donna alla mercé di un oggetto privo di diritti, che non è vittima neanche se insultata o presa a mazzate.

Il rischio è un progressivo isolamento e la perdita della capacità di tessere relazioni emotive autentiche. Le giovani giapponesi pagano per frequentare gli host club, locali dove incontrano maschi per intrattenersi in semplici e caste conversazioni. L'amore non sanno come si fa.

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