Ma in quella rabbia c'è l'angoscia sociale di un'italia logorata

Non è successo niente di grave, eppure continua a succedere qualcosa di grave. L'errore è guardare alle manifestazioni no vax e no pass del sabato soprattutto sotto il profilo dell'ordine pubblico.

Ma  in quella rabbia c'è l'angoscia sociale di un'italia logorata

Non è successo niente di grave, eppure continua a succedere qualcosa di grave. L'errore è guardare alle manifestazioni no vax e no pass del sabato soprattutto sotto il profilo dell'ordine pubblico. Non perché scontri, feriti, danni, infiltrazioni di estremisti di destra e di sinistra, non siano importanti. Il problema è che non dicono da soli qual è il vero problema sottostante. Anche per questo diciassettesimo sabato di «piazza continua» lo sguardo era sui divieti, il no pasaràn per i centri della città. Due libertà sulla bilancia, la democrazia del dissenso e i diritti altrettanto democratici alla mobilità, alla sicurezza, all'acquisto, dicesi ripresa dei consumi. La domanda era, tiene o non tiene stavolta l'apparato delle forze dell'ordine? Stavolta però, sullo sfondo, c'era anche il monito del Presidente Mattarella, viva la libertà di espressione delle minoranze, ma senza eccessi e senza ledere i diritti della maggioranza dei cittadini.

I divieti hanno tenuto, con un'eccezione significativa. Un gruppo di manifestanti sono riusciti a entrare in piazza del Duomo, confondendosi con i milanesi dello shopping. Maggioranza e minoranza confusi nel caos. Questa la parola chiave, il caos puro come strategia. Come i gilet gialli, il caos sistematico dei sabati per sconvolgere Parigi più che per reclamare le ragioni della classe media. Questo gruppetto ieri pomeriggio a Milano veniva dall'Arco della Pace, dove erano in 4 mila con Robert Kennedy jr, terzogenito di Bob e nipote di John, che con nonchalance ha parlato, in pubblico, di «colpo di stato globale». Sul piano simbolico non è questa violenza esplicita contro le istituzioni? Il blasone di una grande famiglia non garantisce la libertà di parola insensata, ovvero solleticare la paranoia di una dittatura immaginaria. Fino al cortocircuito di un manifestante fermato che ha chiamato il 112 per sequestro di persona. Comunque, applausi e niente mascherine, poi di nuovo insulti contro i giornalisti, parte determinante del sistema secondo loro. Bugiardi, hanno gridato, noi non siamo violenti.

Perché minacciare un collega con il gesto della gola sgozzata non è grave? La violenza simbolica non è la madre di quella reale?

Sotto il marchio no vax e no pass, si è cristallizzata ormai la rabbia di quegli italiani che nella piazza vedono lo sbocco, in realtà il vicolo cieco obbligato, delle loro angosce sociali. Molti altri weekend vedremo.

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