"Rackete non si è pentita. Dalla Gdf manovra ostruttiva"

La comandante ai domiciliari oggi o domani davanti al gip. L'Ong la difende. E lei non si scusa

"Rackete non si è pentita. Dalla Gdf manovra ostruttiva"

Ragusa - Non fa mea culpa per avere infranto le leggi italiane né per avere speronato la motovedetta della Guardia di finanza mentre attraccava al porto di Lampedusa. La violazione delle leggi per il comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete, che ha fatto sbarcare 40 immigrati malgrado la mancata autorizzazione del governo italiano e disobbedendo all'alt imposto dalla Guardia di finanza, è anzi un vanto, giustificato da motivi umanitari, mentre per il secondo reato, che le è costato l'accusa di tentato naufragio, Rackete si è scusata con i finanzieri «perché non era sua intenzione», ma ha precisato che non era un atto di «violenza» ma di «disobbedienza». E la portavoce della Ong, Giorgia Linardi, aggiunge: «La Guardia di finanza ha deciso di infilarsi nello spazio già ridotto tra la nave e la banchina nel momento in cui la nave stava già attraccando. Crediamo che sia irresponsabile che anche nel momento in cui è stato violato un alt si faccia questo tipo di manovra ostruttiva nei confronti di una nave che non voleva certamente minacciare o bombardare».

Basta questo per avere un quadro esaustivo del modo di pensare della Rackete e di tutta la Ong tedesca Sea Watch, che si è schierata con il comandante, tronfia per la missione compiuta, ovvero aver fatto sbarcare contra legem 40 immigrati, oltre ai 13 che erano stati autorizzati a scendere per motivi di salute. «Siamo vicini a Carola, la nostra Comandante scrive la Ong in un tweet - La nostra Capitana continuava a chiedere: sono sbarcate le persone? Non facciamo che pensare a lei».

È questo il nodo cruciale della difesa che punta tutto sullo «stato di necessità» invocato dal comandante a giustificazione della decisione di forzare il blocco e attraccare. «La comandante fuorilegge ha giustificato il folle attracco che ha messo a rischio la vita degli agenti della Guardia di finanza dicendo che c'era uno stato di necessità scrive il ministro dell'Interno Matteo Salvini in un tweet - Ma se nessuno dei 42 immigrati a bordo aveva problemi di salute, di quale necessità stava parlando?». E poi c'è quel blocco forzato e l'accusa di resistenza o violenza all'ordine di una nave da guerra, su cui dovranno lavorare i due legali. Una possibile strategia difensiva sarà contestare che la motovedetta della Guardia di finanza sia una nave militare. Quanto alla manovra rischiosa: «Ha fatto di tutto per salvare vite umane - ha detto l'avvocato Salvatore Tesoriero - Bisogna decidere se vanno messe avanti le vite umane o un interesse nazionale che, nel caso, non si capisce bene quale fosse».

Rackete si appresta ad affrontare le conseguenze delle sue azioni. Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, il suo vice Salvatore Vella e il pubblico ministero Gloria Andreoli, hanno chiesto la convalida dell'arresto e il divieto di dimora in provincia di Agrigento. Stamattina il gip Alessandra Vella oggi alle 15,30 ha fissato l'interrogatorio di convalida. A Rackete, che è ai domiciliari, è stato anche applicato quanto prevede il decreto Sicurezza bis.

Il prefetto di Agrigento ha sanzionato il comandante, l'armatore e il proprietario della nave per 16mila euro ciascuno. Per il legale è «una misura incomprensibile, che non si preoccupa delle esigenze di tutela della vita umana».

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