Coltivare la marijuana, per il Tribunale di Roma non è reato. O perlomeno non lo è per Rita Bernardini, la ex segretaria dei Radicali Italiani che, lo scorso 15 maggio, aveva ricevuto la visita della polizia nella sua casa e si era vista sequestrare 56 piantine di marijuana che coltivava sul suo balcone dal primo di aprile.
Ieri la Procura ha archiviato il procedimento che la vedeva indagata per produzione di sostanze stupefacenti. Le piantine, però, sono state dichiarate "troppo piccole e tenute in condizioni climatiche sfavorevoli per produrre quantità di principio attivo tale da superare la soglia dell’offensività". Nelle scorse settimane la Bernardini aveva pubblicato sui social network le foto delle piantine e aveva scritto:"Voglio essere arrestata come tutti gli altri cittadini" perché era stata iscritta nel registro degli indagati per coltivazione illegale della marijuana. Il pm, però, già il 4 giugno ha chiesto al gip di archiviare il caso in quanto: "Ai fini della rilevanza penale occorre ravvisare in concreto l’offensività della condotta. Nel caso di specie occorre considerare che gli arbusti rinvenuti nell’abitazione dell’indagata, seppure in numero di 56, sono di piccole dimensioni (40 di circa 30 centimetri di altezza e 16 di circa 12 centimentri), piantati in modeste quantità di terriccio contenuto in buste di stoffa e custoditi in un terrazzo con esposizione a condizioni climatiche sfavorevoli". In pratica, se vuoi coltivare la cannabis va bene, basta che le piantine non crescano troppo e non diano fastidio al vicino.
Secondo la Procura, poi, la Bernardini avrebbe coltivato male le piante di marijuana rendendone inoffensive perché troppo e quindi non sarebbero maturare bene. L'errore della ex segretaria radicale non è stato quello di aver tenuto 56 piantine di marijuana nel balcone di casa sua. Anzi questo l'ha salvata perché, come spiega il pm, a causa del clima di Roma, gli arbusti della marijuana non hanno potuto produrre quantità di principio attivo "offensive". Se la Bernardini avesse usato le lampade per ricreare un microclima ad hoc, allora sarebbero stati guai ma così non è stato."Vuol dire che sono autorizzata a coltivare la marijuana sul mio balcone, come ho sempre fatto – commenta Rita Bernardini al Tempo – Sono contenta soprattuto per i malati che non hanno accesso ai farmaci a base di cannabinoidi. Non uso le lampade perché mi piace la coltivazione naturale, alla luce del sole. Mi inchino di fronte al giudizio della procura, secondo cui le piante, in quelle condizioni climatiche, erano innocue". Ora l'esponente radicale dovrà affrontare un altro processo simile per alcune piantine di cannabis sequestrate nel 2014 durante il congresso dei Radicali Italiani.
"Per quella vicenda sarò processata a Siena. È stato dimostrato che avevano un principio attivo intorno al 16%. Eppure le avevo coltivate sempre sul balcone di casa, con le stesse modalità", ha spiegato la Bernardini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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