"La radio è una mia grande passione. Un mezzo utile per cercare la verità"

L'ex presidente della Rai riparte oggi con "Giù la maschera" sul primo canale dalle 10 alle 11: "Amo il pluralismo, non sono chiuso e dogmatico"

"La radio è una mia grande passione. Un mezzo utile per cercare la verità"
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Ogni giorno, dalle 9 alle 10 del mattino, una sfumatura nuova d'attualità. Un tema scottante da approfondire. Marcello Foa torna in Rai: dopo aver presieduto l'azienda di Viale Mazzini per tre anni, dal 2018 al 2021, il giornalista milanese inizia ora una nuova avventura sul servizio pubblico. Da stamani, infatti, condurrà su Rai Radio1 «Giù la maschera. Persone, fatti, notizie alla ricerca della verità».

Bel titolo ma impegnativo...

«Andremo alla ricerca della verità e con questo obiettivo vogliamo sottolineare un bisogno di chiarezza, per capire le sfide e le dinamiche del nostro tempo. Oggi sui media le notizie si rincorrono in modo frenetico e i social amplificano tutto emotivamente, così il desiderio di approfondire e di sapere resta troppo spesso insoddisfatto. Noi cercheremo di esaudire questa esigenza con un approccio dinamico, coinvolgente, piacevole da ascoltare».

Quali argomenti affronterete?

«Abbiamo scelto di iniziare con una puntata in difesa della libertà di pensiero e con una scelta significativa: quella di non avere ospiti esterni ma di coinvolgere i miei compagni di viaggio Peter Gomez, Alessandra Ghisleri, Luca Ricolfi e Giorgio Gandola. Viviamo in un'epoca di forte intimidazione culturale nella quale si usano troppi pretesti per eliminare qualunque opinione non sia perfettamente allineata al pensiero dominante. Poi, nel corso della settimana, avremo una grande intervista della quale non anticipo ancora nulla e toccheremo vari temi d'attualità, sempre con ospiti importanti».

Come vive questo ritorno in Rai?

«Il direttore del Giornale Radio Rai, Francesco Pionati, mi ha fatto questa proposta e mi ha fatto molto piacere. Avverto e apprezzo il desiderio dei vertici Rai di rendere il servizio pubblico autenticamente plurale, come specchio della società italiana. In questo viaggio radiofonico ho chiesto di accompagnarmi a colleghi di alto profilo professionale non necessariamente concordi con me su tutto. Vogliamo dimostrare che, attraverso un dialogo basato sulla stima reciproca e sull'onesta intellettuale, si può fare un buon giornalismo pluralista».

Da sinistra, però, non hanno perso l'occasione per polemizzare e hanno parlato di «radio sovranista».

«Sono sempre le solite accuse che lasciano il tempo che trovano. Rispondo, senza polemica, con un sorriso e con la mia professionalità, dicendo che non ho bisogno di dimostrare niente a questi critici. Vado avanti per la mia strada, convinto che sia possibile essere equilibrati pur avendo le proprie convinzioni. Io non sono una persona dogmatica, arrivo dal Giornale di Montanelli, che era tutt'altro che un dogmatico, e umilmente cerco di onorare quell'insegnamento».

La carta stampata, l'editoria, poi la tv. Per spaziare nel mondo dell'informazione le mancava solo la conduzione radiofonica

«Ho sempre avuto una grande passione per questo mezzo, al quale durante la mia presidenza in Rai ho dato molta importanza.

Per anni ho fatto anche il corrispondente per Bbc Radio. È un medium che mi piace molto, lo vivo come un'evoluzione naturale del mio percorso. Andare in onda ogni giorno è una bella sfida, ci metterò tutta la passione e la professionalità che questo impegno richiede».

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