Continua la battaglia sui Cpr. La sinistra invoca l'eliminazione, il governo agisce. Proprio nell'ultima puntata di Piazza Pulita, il conduttore Corrado Formigli ha sentenziato: «C'è un'ipocrisia della destra: sono state massacrate le coop dei centri di accoglienza dicendo che rubavano, invece non ho sentito nessuna polemica del governo di destra contro quelle coop che gestiscono i Cpr». Polemiche dal governo non ce ne sono state, ci sono state direttamente le revoche agli enti gestori, scelti dai governi di sinistra, dopo anni di irregolarità.
Partendo dal Cpr di Gradisca d'Isonzo, il prefetto di Gorizia Raffaele Ricciardi ha firmato il 24 maggio 2023 l'esclusione della cooperativa Badia Grande. L'affidamento risaliva al 31 marzo 2022, in pieno governo Draghi. Nei documenti che hanno permesso a Badia Grande di aggiudicarsi il primo posto in graduatoria non si era fatto caso che il patron, Antonio Manca, era stato rinviato a giudizio, in data precedente, e cioè il 20 gennaio 2022, per i reati di «frode nelle pubbliche forniture», «falsità ideologica del privato in atti pubblici» e «truffa ai danni dello stato».
Stessa cosa per il Cpr di Bari, affidato a Badia Grande il 30 aprile 2021 e revocato poco dopo il cambio del governo: il 25 novembre 2022. Motivi? «Offerta anormalmente bassa» e «gravi illeciti professionali». Illeciti che al tempo il Manca non dichiarò e ai quali la commissione aggiudicatrice sembrerebbe non aver fatto attenzione. Come non è stato fatto caso, negli anni, ai procedimenti penali a carico di Manca. Uno a Bari dove il Gip lo ha rinviato a giudizio e uno a Trapani per la gestione del Cpr di Milo, aggiudicato nel 2021, quando - come da copione - vennero omessi i precedenti. Ma non è finita. È sempre Badia Grande ad essere al centro del problema che riguarda l'hotspot di Lampedusa. Solo qualche giorno fa, dopo il cambio di Prefetto e Questore di Agrigento la gestione è passata a Croce Rossa. La coop di Manca era arrivata nel 2019, con il rinnovo della convenzione nel marzo 2022, mese a partire dal quale la coop non ha mai fornito i report sulla gestione e sulle spese agli organi competenti. A dirlo è l'ormai ex Prefetto che in uno scambio di mail con il Ministro dell'Interno confessa anche di «reiterate irregolarità».
Per quanto riguarda il Cpr di Torino a vincere la gara è il colosso svizzero Ors il 21 dicembre 2021. Dopo anni di violentissimi scontri e proteste da parte dei migranti per le condizioni in cui la società (perché Ors è una realtà imprenditoriale profit) li faceva vivere, a chiuderlo lo scorso marzo - accogliendo la richiesta del Consiglio di Torino - è stato il cattivissimo governo di destra e non i precedenti che sono rimasti a guardare.
Stesso modus operandi al Cpr di Caltanissetta, con la coop Ekene che solo qualche settimana fa è stata esclusa dalla gestione con un documento della Prefettura del 24 maggio scorso. L'affidamento risale invece all'ottobre 2021.
«Corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio», «abuso d'ufficio», «frode nelle pubbliche forniture», «falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici», «truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche». Questi sono solo alcuni dei carichi penali pendenti che ricadono sui gestori. Gestori, da nord a sud, di quei Cpr che - come ha detto Formigli - «la sinistra tollerava».
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