«Si è conclusa l'istruttoria dell'Internal Audit sulla segnalazione relativa a Sigfrido Ranucci. Con riferimento alle asserite acquisizioni di filmati con pagamenti irregolari e all'attività di dossieraggio, dopo una attenta e puntuale disanima riferita agli anni 2013-2021, la segnalazione non ha trovato alcun riscontro - si legge nella nota della Rai -. Quanto al contenuto dei messaggi scambiati con componenti la Commissione parlamentare per l'Indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, l'Azienda, alla luce dell'accertata violazione del Codice Etico e valutate le circostanze, ha proceduto al formale richiamo del Dottor Ranucci all'osservanza dei principi etici e di comportamento aziendali, nonché dei doveri deontologici cui sono tenuti i giornalisti del servizio pubblico». Il caso era scoppiato quando si era scoperto il metodo di lavoro non proprio ortodosso di Ranucci, ripreso da una telecamera nascosta durante una cena a trattare l'acquisto di materiale per inguaiare Flavio Tosi con un sistema di fatturazioni a carico della Rai.
Poi erano anche venuti fuori i messaggi intimidatori spediti ai parlamentari della Vigilanza, Andrea Ruggieri (Fi) e Davide Faraone (Iv), in cui il conduttore di Report parlava dell'esistenza di 78mila dossier da usare contro i politici «che pippano e vanno in barca». Una serie di episodi inquietanti che hanno costretto la Rai ad aprire una inchiesta interna, finita a tarallucci e vino, solo con un richiamo formale». «Sono orgoglioso di come è stato fatto il lavoro di analisi della contabilità di Report - commenta Ranucci -. Sono andati a vedere 10 anni di storia di Report e hanno trovato tutti i conti in ordine»
La questione però non è chiusa per alcune delle «vittime» degli sms intimidatori. «Decisione importante: la Rai accerta e certifica che il presunto tribuno della trasparenza e legalità, Sigfrido Ranucci, ha espresso il suo pregiudizio politico e toni minatori, con ciò violando il codice etico Rai e quello deontologico dei giornalisti Rai, e infatti lo sanziona - commenta Andrea Ruggieri, di Forza Italia -. Per il resto, ci vediamo in tribunale».
Aggiungono i parlamentari di Fi Alessandra Gallone, Maurizio Gasparri e Patrizia Marrocco: «La Rai, pur non stigmatizzando il discutibile metodo Ranucci fatto di bastonate agli avversari, di materiale reperito da archivi di discutibile origine, prassi poco trasparenti nelle spese per servizi e filmati, almeno censura e richiama il conduttore per le gravissime violazioni da lui commesse, con inaccettabili messaggi aggressivi nei confronti di un membro della vigilanza».
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