Rai, il centrodestra su Conte: "Un'intervista inganno"

Il centrodestra chiede equilibrio e rispetto della par condicio alla commissione Vigilanza della Rai dopo la messa in onda della intervista al premier Conte

Rai, il centrodestra su Conte: "Un'intervista inganno"

Il centrodestra non è per nulla soddisfatto di come, in piena campagna elettorale per le regionali umbre, la Rai abbia intervistato il premier Giuseppe Conte, ponendo peraltro il servizio in questione in una fascia oraria centrale: quella della prima serata.

Il tema della par condicio continua ad essere chiamato in causa anche in relazione alle scelte fatte dall'azienda televisiva di Stato, cui la coalizione fondata da Silvio Berlusconi nel 1994 ha domandato, in maniera formale e certosina, il ripristino di un "equilibrio" che tenga conto di tutte le anime politiche presenti sulla scacchiera partitica italiana. E proprio questo del pluralismo, stando pure a quanto si legge sull'Agi, è il problema principale tra quelli posti da Lega, Fi e Fdi in commissione Vigilanza. Vale la pena mettere in evidenza anche la rete televisiva in cui Conte è andato in onda, ossia Raiuno.

La nota diffusa dai membri della commissione sopracitata è densa di considerazioni rilevanti. Intanto c'è l'attesa su un "segnale di giustizia elettorale", che non sarebbe arrivato dalla Rai nonostante la richiesta inoltrata e le rilevazioni già presentate, mentre l'intervista in sè viene etichettata come un "atto di genuflessione". Ma il centrodestra, che ha parlato per mezzo di suoi tre esponenti, cioè Massimiliano Capitanio della Lega, Giorgio Mulè di Forza Italia e Daniela Santanchè di Fratelli d'Italia, ha definito il tutto pure come una "intervista - inganno". Trattasi di evidente insoddisfazione per quanto accaduto, insomma. Ma c'è anche dell'altro.

Perché il fatto che la Rai abbia preferito mostrare in video il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, piuttosto che optare per un servizio giornalistico di altra tipologia, potrebbe aver influito sulle dinamiche della serata legate agli ascolti. Per non parlare, ancora, delle modalità selezionate: "Oltre alla curiosa scelta giornalistica di aprire uno speciale sull'azione militare di Erdogan, stravolgendo il palinsesto di prima serata della rete ammiraglia, e in colpevole ritardo rispetto all'inizio del conflitto in Siria - hanno fatto presente i tre -, il Presidente Conte è stato intervistato senza alcun tipo di contradditorio, contravvenendo ai principi basilari del pluralismo dell'informazione pubblica". Una sorta di monologo, dunque, che non può di certo trovare il placet dell'opposizione.

Sono state poi elencate una serie di fattispecie, che la Rai potrebbe non aver tenuto in considerazione come si deve.

Viene specificato come la Rai "la Rai avrebbe palesemente violato il principio di imparzialità e di parità di accesso, rispetto a tutti i soggetti politici, ai mezzi di informazione per la comunicazione politica, così come stabilito dalla legge 22 febbraio 2000, n. 28 in materia di par condicio." La palla, adesso, passa in commissione Vigilianza, che dovrà spiegare per mezzo di un'audizione quanto accaduto.

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