Rai, scatta l'allarme par condicio E Politics va sempre più giù

Tre consiglieri invocano il Cda: squilibrio per il Sì. Maggioni nega

Rai, scatta l'allarme par condicio E Politics va sempre più giù

Milano - Siamo agli sgoccioli della campagna referendaria. E dall'interno delle stessa Rai arriva una denuncia per come sono stati gestiti dalla televisione pubblica gli spazi dedicati alle due opposte fazioni, quella per il Sì e quella per il No alla riforma costituzionale. Sono i tre consiglieri di amministrazione Giancarlo Mazzuca, Arturo Diaconale (area di centrodestra) e Carlo Freccero a chiedere alla presidente Monica Maggioni una riunione straordinaria del Cda dell'azienda di Viale Mazzini prima del 4 dicembre per esaminare i temi della par condicio. Problema che del resto era già stato più volte segnalato.

«La nostra richiesta - così Diaconale spiega la decisione di inviare una lettera al presidente Maggioni - nasce dalla costatazione dello squilibrio a favore del Sì. La posizione del governo e di tutto lo schieramento del Sì prevale in maniera schiacciante. C'è confusione tra tempo di notizia e tempo di parola. In questa fase non c'è componente del governo che non parli di referendum, ma, nonostante ciò, quello che dicono viene conteggiato come governo è quindi resta fuori dal calcolo. Il premier inaugura un'autostrada e parla di referendum, incontra gli imprenditori e parla di referendum: in queste condizioni non è possibile conteggiarlo nella comunicazione governativa. Siccome la posta in palio non è una sciocchezza, ma è in gioco la carta costituzionale, la preoccupazione mi pare più che legittima».

La presidente Maggioni ha in breve tempo risposto ai consiglieri ricordando loro che la data della prossima seduta è stata concordata con tutto il Cda nel consiglio del 9 novembre scorso e dunque non ci sarà alcun consiglio straordinario. Inoltre la presidente fa notare che «in azienda c'è un lavoro costante che mira al massimo rispetto del pluralismo e dell'equilibrio tra le differenti posizioni come testimoniano le recenti analisi effettuate da Agcom e Osservatorio di Pavia». Controreplica di Mazzuca: «Preciso che ho preso solo atto della data stabilita nell'ultimo consiglio. Il problema è, però, un altro: il tema della par condicio è emerso in tutta la sua gravità solo dopo il Cda del 9 novembre e soprattutto in questi ultimi giorni.

Luogo principale deputato a esporre le ragioni del Sì e del No in queste settimane è stato Politics, il talk ideato dalla nuova direzione di Raitre per sostituire Ballarò e che si è rivelato un insuccesso clamoroso: l'altra sera, martedì, è arrivato a toccare la soglia minima del 2,2 per cento di share con solo 616.000 spettatori, una picchiata di ascolti che non lascia scampo sulle ipotesi del futuro del programma. Da tempo si sta studiando cosa fare di un format nato male (con obiettivi pretenziosi non supportati dalla realizzazione pratica): se chiuderlo in maniera definitiva o cambiarne radicalmente impostazione e collocazione oraria. Le ultime indiscrezioni (fonte Dagospia) rivelano che si sarebbe optato per la sua sostituzione con Mi manda Raitre, il programma di servizio al cittadino in onda al martedì subito dopo il medesimo Politics. Si tratterebbe della soluzione più semplice ed efficace visto che la trasmissione condotta da Salvo Sottile sta avendo risultati migliori di quella condotta dal collega Gianluca Semprini. Ma i vertici Rai in una nota precisano che nessuna decisione è stata presa al momento.

Il programma «sta mantenendo gli impegni presi durante il periodo referendario e per ora va avanti, fatta salva la serata del 20 dicembre in cui ad andare in onda in prima serata sarà Mi manda Rai Tre in una puntata dedicata al Natale e agli acquisti di Natale».

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