Ragusa È tempo di far chiarezza sui lati oscuri del «caso» Open Arms. E la procura di Agrigento che, a seguito di un esposto, ha aperto un'indagine contro ignoti per sequestro di persona, violenza privata e abuso in atti d'ufficio, ha disposto un'ispezione a bordo. Sono saliti due medici della Sanità marittima e gli uomini della Squadra mobile di Agrigento e della guardia costiera, che si sono intrattenuti per oltre tre ore. Era necessario verificare le condizioni sanitarie sulla nave, che si è appellata più volte all'emergenza sanitaria e igienico-sanitaria a bordo, smentita però dal responsabile del poliambulatorio di Lampedusa, Francesco Cascio, che, referti in mano inerenti le 13 persone autorizzate a sbarcare tra giovedì e venerdì, ha concluso che «non avevano alcuna patologia», «solo uno aveva un'otite». Pure dall'ispezione non sarebbero emerse «patologie particolari importanti dal punto di vista medico», anche se i migranti, ora in 107 sulla nave, risultano «molto stanchi e provati dalla lunga permanenza sulla barca»;, dove ci sarebbero anche dei casi di scabbia. Non sarebbero emerse neanche particolari criticità igienico-sanitarie. Spetta adesso al procuratore aggiunto, Salvatore Vella, sotto il coordinamento del procuratore capo Luigi Patronaggio, a valutare il da farsi. L'assenza di un'emergenza sanitaria e, dunque, di uno stato di necessità potrebbe allungare i tempi di permanenza sulla Open Arms, anche se non si esclude che la procura possa tenere in conto la sfera psicologica dei migranti, provati dopo 17 giorni di permanenza vicino a Lampedusa. Una sicura «battuta di arresto all'attività d'indagine in corso» l'ha data l'offerta di un porto sicuro da parte delle autorità spagnole ad Algesiras, in Andalusia, come riferisce la stessa procura. La Ong sostiene che «dopo 17 giorni in mare con 107 persone stremate e la situazione di emergenza a bordo, non siamo in grado di affrontare 7 giorni di mare», ma Salvini ritiene il diniego «inaccettabile». Cinque passeggeri, indossato il giubbotto-salvagente, si sono gettati ieri in mare nel tentativo di raggiungere l'isola a nuoto, ma sono stati riportati sulla nave dai volontari della Ong. Qui si sono registrate scene di panico, con donne in lacrime. È una «situazione insostenibile» dice il fondatore della Ong, Oscar Camps. «Non riusciamo più a contenere la disperazione incalza la Ong -. Non riusciamo più a spiegare. Le parole mancano. Siete dei vigliacchi».
Ma l'Italia non retrocede, anche se al governo gli intenti sono divisi, tant'è che sabato sono stati fatti scendere 27 presunti minorenni su decisione del premier Conte (8 dei quali sarebbero maggiorenni). L'Italia dovrà presto fare i conti pure con la richiesta dello sbarco per i 356 migranti a bordo della Ocean Viking, che ieri si trovava tra Malta e Linosa, non lontano da Lampedusa.
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