Una embolia da liquido amniotico, una complicanza del parto molto rara, potrebbe aver ucciso Andreea Mihaela Antochi e il piccolo Sasha che stava per mettere al mondo all'ospedale San Matteo di Pavia. È l'ipotesi sul tavolo degli esperti che dovranno stabilire le cause della tragedia. Intanto almeno due medici sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Pavia, secondo quanto riporta la Provincia Pavese. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario.
L'autopsia disposta dal pm Valentina Terrile sul corpo della donna, 30enne alla prima gravidanza, e sul bambino, che è nato vivo ma in condizioni disperate, comincia domani. Dovrà appunto valutata l'ipotesi dell'embolia da liquido amniotico alla base della morti. Anche se non si escludono altre cause, come una patologia cardiaca sconosciuta. L'esame si svolgerà proprio al Policlinico San Matteo, dove durante un lungo travaglio, nella notte tra lunedì e martedì, Antochi ha avuto una insufficienza respiratoria e poi è andata in arresto cardiaco. I medici hanno provato a rianimarla per più di un'ora e hanno eseguito il cesareo d'urgenza per tentare di salvare il piccolo. La gravidanza era alla 40esima settimana. «All'autopsia - spiega all'Agi l'avvocato Ferdinando Mauro Miranda che assiste Florin Catalin Lovin, il marito di Andreea - faremo intervenire un medico legale, un ginecologo e un anatomopatologo che abbiamo nominato proprio perché il suo ruolo può essere importante nel determinare questo tipo di patologia». Continua il legale, in relazione all'ipotesi di una rara complicanza: «Bisognerà valutare se, di fronte a questa che al momento è solo un'ipotesi, il comportamento dei medici sia stato corretto e se avrebbero potuto capire che era in corso l'embolia da liquido amniotico e agire di conseguenza. Mi hanno spiegato che se non viene presa in tempo diventa poi molto difficile evitare l'esito peggiore». L'embolia da liquido amniotico è un'emergenza ostetrica rarissima. Si verifica in 2-6 casi ogni 100mila gravidanze. Succede quando il liquido amniotico entra nella circolazione sanguigna della madre. La donna, di origini romene e residente a Villanterio nel Pavese, non aveva avuto problemi durante la gestazione.
Si era però presentata al San Matteo il giovedì prima della morte, dicendo di avere dolori. Era stata visitata e rimandata a casa, con l'indicazione di ripresentarsi la domenica per l'induzione del parto. Induzione cominciata domenica in serata e andata avanti fino alla notte dei decessi.CBas
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