Chiede scusa, Papa Ratzinger, e ammette di aver commesso un errore. Si corregge e fa un passo indietro. Dopo la pubblicazione, la settimana scorsa, di un rapporto choc riguardante quasi 500 casi di abusi sessuali avvenuti nella diocesi di Monaco e Frisinga - di cui Ratzinger fu vescovo - il Papa emerito invia una precisazione. Lo fa tramite il suo storico segretario personale, monsignor Georg Gaenswein, all'agenzia cattolica Kna.
Benedetto XVI - accusato dal rapporto di aver coperto quattro casi di abusi sessuali commessi da sacerdoti - ammette di aver partecipato ad una riunione-chiave, avvenuta il 15 gennaio del 1980, nella quale venne discusso di un sacerdote pedofilo in arrivo a Monaco di Baviera da un'altra diocesi tedesca. Ratzinger, 95 anni, si dice «molto dispiaciuto» e chiede scusa per l'errore della precedente dichiarazione. «Non è stato commesso in malafede - riferisce Gaenswein - ma è il risultato di un errore nella stesura della sua affermazione». Il Papa emerito «è molto dispiaciuto» per questo e si scusa, ribadendo «vergogna e dolore» per gli abusi. Ma a quella riunione, secondo la ricostruzione del pontefice tedesco, non venne discussa l'assegnazione al prete in questione di una parrocchia, dove continuò per anni ad abusare sessualmente di minorenni, ma la sola decisione di accogliere il sacerdote per un trattamento psicoterapeutico che gli era stato raccomandato proprio per affrontare gli abusi sino ad allora commessi. Il caso è uno dei quattro che vengono contestati a Ratzinger nel rapporto di oltre mille pagine presentato giovedì scorso a Monaco di Baviera dallo studio legale Westpfahl Spilker Wastl, incaricato dalla stessa arcidiocesi tedesca di svolgere, in modo indipendente, un esame degli abusi sessuali avvenuti nell'ambito della chiesa della capitale bavarese dal 1945 al 2019. Il sacerdote in questione è Peter H., incardinato nella diocesi di Essen, dove abusò di diversi minorenni, e venne inviato a Monaco per sottoporsi ad una psicoterapia. Qui, nel 1980, l'arcidiocesi di Monaco e Frisinga non solo lo assunse, ma lo impiegò in compiti pastorali: nonostante una condanna presso la giustizia penale gli fu affidata dalla Curia una parrocchia e fino al 2008 continuò ad abusare di minorenni che gli erano affidati. Il punto dirimente è chi prese questa decisione, ignorando il pericolo.
La questione venne affrontata proprio in una riunione il 15 gennaio 1980. Inizialmente Ratzinger dichiarò di «non essere stato presente» alla riunione. Ma la commissione ha studiato gli archivi sollevando dubbi. «Con nostra sorpresa Papa Benedetto ha affermato di non essere stato presente. E lo ha sostenuto anche in modo apodittico, senza lasciar pensare a dubbi di memoria», ha affermato uno dei legali, Ulrich Wastl. «Dal protocollo della seduta risulta che non fosse assente. Riteniamo dunque le sue dichiarazioni poco credibili». Ratzinger si è fatto inviare il rapporto di 1.900 pagine. «Attualmente sta leggendo con attenzione le dichiarazioni contenute - afferma monsignor Gaenswein - che lo riempiono di vergogna e dolore per le sofferenze inflitte alle vittime».
«Anche se cerca di leggerlo velocemente, chiede la vostra comprensione che a causa della sua età e della sua salute, ma anche per le grandi dimensioni del dossier, ci vorrà del tempo per leggerlo per intero. Ci sarà un commento sulla relazione. Il Papa emerito spiegherà come ciò sia avvenuto nella dichiarazione che si attende. É molto dispiaciuto per l'errore e si scusa per questo» conclude monsignor Gaenswein.
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