"La razza bianca è a rischio". Bufera sulla frase di Fontana

L'ex sindaco di Varese a Radio Padania: «Così ci cancelleranno». E la sinistra ipocrita lo crocifigge

"La razza bianca è a rischio". Bufera sulla frase di Fontana

«Non possiamo accettare tutti gli immigrati che arrivano: dobbiamo decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società devono continuare a esistere o devono essere cancellate». Non ci nascondiamo dietro ad un dito. Lo sa anche lui. Attilio Fontana, candidato del centrodestra a governare la Regione Lombardia, non inizia bene con questa frase. Domenica, in collegamento con Radio Padania, parlando di un problema vero, ignorato da Renzi e la sinistra, usa espressioni forti: «Uno Stato serio dovrebbe dire: noi vogliamo accogliere 1, 100mila, 10 milioni di immigrati, dire come assisterli, quali case, lavori e scuole dare loro. A quel punto chiedere ai cittadini se sono d'accordo». Un ragionamento coraggioso. Fontana spiega che «è un discorso demagogico e inaccettabile quello di dire che dobbiamo accettarli, è un discorso a cui dobbiamo reagire, dobbiamo ribellarci: non possiamo accettarli tutti. Non è questione di essere xenofobi o razzisti, ma logici e razionali». «Il colore della pelle non c'entra e c'è un pericolo molto reale: secoli di storia che rischiano di sparire se prende il sopravvento l'islamizzazione finora sottovalutata», fa scudo Matteo Salvini. Poco dopo Fontana precisa: «È stato un lapsus, un errore espressivo, intendevo dire che dobbiamo riorganizzare un'accoglienza diversa che rispetti la nostra storia, la nostra società».

Un dialogo di pancia che ha suscitato un vespaio di polemiche. La sinistra non aspetta altro. Per nascondere le proprie responsabilità e sviare i reali problemi sugli immigrati, non perde occasione per far fuoco su chi, se pur con termini impetuosi, non ha paura di dire la verità. E parte il torneo a chi spara la fregnaccia più grossa, dai soliti parvenu della politica. Fiata anche la deputata Pd «di punta», Alessia Morani: «La vera faccia leghista si è mostrata con indubitabile chiarezza». Tira su la testa il sottosegretario Ivan Scalfarotto con un evergreen: «Si vergogni». L'altro fulmine di guerra, Maurizio Martina, parla di «dichiarazioni deliranti» e di un uomo che dimostra «di non essere all'altezza». Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando insegna: «Razzismo preoccupante». Naturalmente ci si butta a pesce Giorgio Gori, candidato del Pd per la Lombardia: «Fontana è un Borghezio in giacca e cravatta». L'ossessionato dal fascismo Emanuele Fiano fa il broncio: «Per i signori a sinistra che pensano che il futuro della Lombardia sia giusto affidarlo alle divisioni nel centrosinistra». «Non vorrà mica istituire un assessorato alla razza?», l'idiozia dell'incalcolabile Riccardo Nencini (Psi). Dice la sua anche l'invisibile renziano, Dario Parrini: «Una precisazione peggiore della dichiarazione». Barbara Pollastrini, vicepresidente del Pd, fa il melodramma: «Parole come pietre». Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, si chiede «dove andremo a finire?». L'autorevolissimo ex leghista Gianluigi Paragone, oggi grillino, immagina che «i leghisti per bene si stanno vergognando». Chiude il cerchio l'annebbiato Matteo Renzi con «farneticanti dichiarazioni». Ma il premio «fesseria più grossa» la vincono Luigi Di Maio («se Fontana è moderato allora io sono Ghandi») e Roberto Fico («la mamma dei cretini è sempre incinta»).

Solidarietà da Paolo Romani, presidente dei senatori di Forza Italia: «Fontana è un politico moderato, preparato e non superficiale: la frase, assolutamente infelice, è frutto di un incidente». Per Lara Comi, eurodeputato di Forza Italia, «la sinistra vuole solo nascondere le sue colpe».

E Mariastella Gelmini, coordinatrice lombarda di Forza Italia parla di «una persona seria, non va crocifisso per questo». «Meglio uno scivolone lessicale all'opportunismo di Renzi», chiude Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. Polemica finita o interverrà pure il Ku Klux Klan?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica