Razzi russi, strage di civili 25 morti a Uman, 5 bimbi "Crimini contro l'umanità"

Missili anche su Kiev. Putin firma: nei territori occupati espulso chi rifiuta la cittadinanza

Razzi russi, strage di civili 25 morti a Uman, 5 bimbi "Crimini contro l'umanità"

Uman è una piccola città nella regione di Cherkasy, nel centro dell'Ucraina. Nemmeno 85mila abitanti, una grossa borgata industriale e un centro commerciale agricolo, meta di turismo principalmente per i suoi parchi e giardini, su tutti il parco Sofiivka. Una città tranquilla, senza basi militari, fondamentalmente inutile ai fini del conflitto e infatti fino a questo momento solo lontanamente sfiorata dalla guerra. Eppure ieri in questa tranquilla cittadina è stato l'inferno. Uman è stata una delle città finite nel mirino dei russi che hanno bombardato a tappeto diverse città, tra cui la capitale Kiev (non succedeva da settimane), Dnipro, dove sono state uccise 7 persone tra cui un bimbo di due anni e Mykolaiv. Ma a Uman il bilancio è stato il più tragico. Almeno 25 le vittime, tutte civili, tra loro anche cinque bambini. Ma il conto dei morti è destinato a peggiorare. Persone inermi che si trovavano in un edificio di 9 piani che è stato sventrato da un missile.

Un attacco indiscriminato, insensato, tremendo. Con vittime ancora una volta persone che nulla hanno a che vedere con la guerra. Molte le testimonianze, anche via social, nei minuti successivi all'attacco. Ha fatto il giro del Web il racconto in lacrime di una giovane donna, sporca di sangue, che mostra quel che resta della sua casa e dice che lei e i suoi figli che stavano dormendo sono vivi per miracolo. Stesso racconto di un'altra donna che spiega che solo un muro ha diviso lei, suo marito e i suoi due bambini di 2 e 10 anni dal missile che ha colpito il palazzo. «Abbiamo sentito l'esplosione e abbiamo preso i nostri figli, telefoni e documenti e siamo fuggiti. Questa zona è residenziale, tanti bambini vivevano qui. Conoscevo tutte le persone di quella parte di palazzo distrutta, i miei vicini di casa», racconta. Un ragazzino di 15 anni sembra quasi in trance per lo spavento mentre spiega che «questi sono mostri, quelli che hanno attaccato». «Oggi è un giorno di tristezza per noi. Ma come parte dell'identità ucraina di sopravvivere e superare le difficoltà, sono certo che la città si riprenderà. Lo dimostrano già i tanti volontari che aiutano qui», ha detto la sindaca di Uman Iryna Pletnyova.

«Gli attacchi russi ai civili sono crimini contro l'umanità», commenta il portavoce dell'Ue Peter Stano. «I continui attacchi russi sui civili non fanno che rafforzare la nostra determinazione», ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Durissimo il ministro degli Esteri di Kiev Dmytro Kuleba: «Gli attacchi missilistici che uccidono ucraini innocenti nel sonno, compresi bambini, sono la risposta della Russia a tutte le iniziative di pace». «Si scava ancora tra le macerie... Solo tutti insieme possiamo sconfiggere il terrore russo, con armi per l'Ucraina, sanzioni più dure contro lo stato terrorista e sentenze giuste per gli assassini russi», scrive via social il presidente Zelensky. Mentre Putin ribadisce che le regioni del Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia sono russe, tanto da firmare un decreto per cui chi non diventa cittadino russo è considerato straniero e può essere espulso, per Mosca è tutto normale. Anzi. Oltre ogni pudore denuncia che un razzo lanciato dalle forze ucraine avrebbe ucciso 7 persone, ferendone altre 10, a Donetsk mentre il ministero della Difesa russo, parlando degli attacchi della notte scorsa, supera ogni confine di cieca propaganda e dice di avere colpito obiettivi militari «in una serie di bombardamenti missilistici», senza fare nessun riferimenti alle vittime civili.

«Tutti gli obiettivi designati sono stati colpiti e l'avanzata dei rinforzi nemici verso le aree di combattimento è stata impedita», spiega un portavoce. Senza palesare nessuna vergogna o imbarazzo. Non è la prima volta. Quasi certamente, non sarà l'ultima.

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