Il Re dei cardinali che darà l'estremo saluto al Pontefice

Lo stesso porporato aveva già officiato le esequie del Papa emerito Benedetto XVI

Il Re dei cardinali che darà l'estremo saluto al Pontefice
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È il decano dei cardinali. E sarà lui, Giovanni Battista Re (nella foto), a presiedere le esequie di papa Francesco sabato mattina alle 10 sul sagrato di San Pietro. Sempre su di lui, e sempre in quanto decano del Collegio cardinalizio, è ricaduta, d'altronde, la responsabilità di celebrare la messa funebre per il papa emerito Benedetto XVI due anni fa (5 gennaio 2023). Oltre a presiedere la liturgia funebre di Francesco, Re ha anche la responsabilità di invitare i capi di Stato e di gestire l'organizzazione stessa della solenne cerimonia.

Quello del cardinale Re è un ruolo importante. E già molti lo indicano come uno dei più influenti king maker. Ha superato l'età per entrare ancora in conclave (dopo aver partecipato all'elezione sia di Ratzinger che di Bergoglio) essendo nato nel 1934 a Borno in Val Camonica (Brescia). In questi giorni, però, il suo ruolo gli impone un posto in prima fila per il passaggio di consegne al prossimo pontefice. Ieri mattina, a esempio, proprio in quanto decano ha convocato nell'aula del Sinodo la congregazione generale dei cardinali che tra le prime decisioni ha anche stabilito la data stessa dei funerali di Bergoglio.

Conterraneo di papa Paolo VI, Re ha alle spalle una lunga e prestigiosa carriera all'interno della Curia. Dopo gli anni del seminario e degli studi a Roma, torna nella diocesi bresciana dove resterà per pochi anni. Viene infatti avviato alla carriera diplomatica (Panama e poi Iran). Nel 1971 fa ingresso nei ranghi della Segreteria di Stato dove, sotto Giovanni Paolo II, arriva ai vertici della Sede vaticana ricoprendo per undici anni la carica di Sostituto generale per gli affari generali. Nel 2001 lo stesso Woytila lo nomina cardinale. Come Sostituto della Segreteria di Stato, Re accompagna Giovanni Paolo II in numerosi viaggi apostolici in Italia e all'estero. Il 10 giugno 2017, papa Francesco convalida l'elezione vice-decano del Collegio cardinalizio. E sempre Bergoglio benedice la sua elezione tre anni dopo a decano. Carica quinquennale che è stata rinnovata proprio pochi mesi fa.

Chi lo conosce bene lo descrive ironico, diplomatico ed abile tessitore del dialogo e della collaborazione tra le Congregazioni (i ministeri vaticani).

Nonché diplomatico di qualità. Alle spalle studi teologici e una vita intera dedicata alla vita di Curia, ma sempre profondamente attaccato alle origini contadine della sua Valle Camonica (padre falegname e madre casalinga).

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