New York Il coronavirus travolge come uno tsunami l'economia americana. A marzo il mercato del lavoro ha perso 701.000 posti, il dato peggiore dal maggio 2009, quando fu raggiunto il picco di disoccupati dopo la crisi finanziaria. Si tratta di un numero ben oltre le attese, con il tasso di disoccupazione salito al 4,4% dal 3,5% di febbraio. E peraltro i dati di marzo non tengono ancora conto dei 10 milioni di americani che nelle ultime due settimane hanno fatto richiesta di sussidi di disoccupazione. Secondo S&P, l'economia Usa è in recessione, con una contrazione dell'1,3% nel 2020 e una ripresa del 3,2% nel 2021. Mentre per il 2022, l'agenzia di rating afferma che è attesa una crescita del Pil del 2,5%. D'altronde, la numero uno del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva, ha avvertito che la ricaduta economica del coronavirus a livello mondiale «sarà di gran lunga peggiore di quella causata dalla crisi finanziaria» del 2008.
Intanto, la Cnn fa sapere che il 90% degli americani, 305 milioni di persone, sono sottoposti all'ordine di stare a casa per contrastare la diffusione del virus. Per Anthony Fauci, massimo esperto di malattie infettive negli Usa e membro della task force della Casa Bianca contro il Covid-19, non è abbastanza. «Non capisco» perché il lockdown non sia stato ordinato da tutti gli stati. «Non voglio entrare nelle tensioni tra i diritti federali e statali, ma se guardiamo a cosa sta accadendo in questo paese non capisco perché non lo facciamo», ha spiegato. Un messaggio che sembra essere in contrasto con quello del presidente Donald Trump, il quale ha sempre definito non necessaria un'imposizione della quarantena a livello nazionale anche per garantire una certa flessibilità, a seconda dell'intensità della crisi.
Negli Usa il numero dei contagiati ha superato quota 260mila, con oltre 6.500 morti. Trump ha detto che negli Stati Uniti ora si fanno «100mila test al giorno, più di ogni altro paese al mondo in relazione alla sua popolazione». L'epicentro dell'emergenza rimane lo stato di New York, dove in totale ci sono 102.863 casi positivi, con quasi 3.000 decessi. Nelle ultime ventiquattr'ore sono morte 526 persone, l'aumento giornaliero finora più alto. Nuovo picco anche in Louisiana, dove in un giorno sono stati registrati più di 2.700 nuovi casi e 300 decessi, tanto che il governatore John Bel Edwards ha prorogato l'ordine di stare a casa dal 13 al 30 aprile. La Casa Bianca è orientata a consigliare agli americani di coprire naso e bocca in pubblico per rallentare la diffusione del virus.
Mossa basata sulle crescenti indicazioni che le persone infette senza sintomi possono diffondere il virus, e che è arrivata anche nella Grande Mela dal sindaco Bill de Blasio. Questo però non significa indossare le mascherine mediche, da lasciare agli operatori sanitari: «Può essere una sciarpa, una bandana fatta in casa», ha detto de Blasio.
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