In merito al Recovery Fund, e agli aiuti che Bruxelles dovrà destinare ai Paesi membri dell'Ue colpiti dall'emergenza Covid, Italia compresa, Sebastian Kurz ha le idee chiarissime.
Nel corso di una lunga intervista rilasciata al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, il cancelliere austriaco ha ribadito alcuni concetti di fondo, utili a spiegare la presa di posizione di Vienna.
La posizione di Sebastian Kurz
Innanzitutto Kurz non ha alcuna intenzione di andare verso una "Unione dei debiti". E non poteva essere altrimenti, visto che l'Austria fa parte dello schieramento dei cosiddetti Paesi frugali, cioè quel club formato da Stati attenti alle questioni di bilancio e con i conti in ordine.
"Noi non consentiremo un'Unione del debito – ha dichiarato Kurz - Anche se è chiaro che in una crisi straordinaria come quella in atto è giusto aiutare gli Stati colpiti più gravemente, e che stanno attraversando peggio l'emergenza economico-sanitaria". Il cancelliere si è comunque detto "ottimista" in vista del raggiungimento di un accordo nel negoziato in corso a livello europeo.
"Per me è importante che l'Unione europea non solo riesca a superare bene la crisi sanitaria, ma a garantire una certa competitività anche a lungo termine. Non eravamo ben posizionati in molte aree prima della pandemia e dobbiamo fare tutto il possibile per evitare di rimanere indietro", ha quindi aggiunto il cancelliere austriaco.
In altre parole Kurz non vuole "regalare" denaro a pioggia; al contrario, il governo austriaco è favorevole sia al processo di digitalizzazione che all'accordo sul clima. Per Kurz "come debbano essere questi aiuti sarà discusso nei dettagli nel negoziato". Dunque non è difficile immaginare la posizione di Vienna. I soldi del Recovery Fund dovrebbero essere usati per attività che vadano nella direzione della ricerca, dell'innovazione, del settore sanitario e che garantiscano una transazione verde e digitale.
Il Recovery Fund e l'Italia
Per quanto riguarda l'Italia, Kurz ha detto che sarebbe "negligente" non chiedere come Roma spenderà i soldi del fondo speciale. "Ovviamente siamo interessanti ad uno sviluppo positivo del nostro Paese vicino – ha ribadito il cancelliere austriaco - Ma sono proprio i vicini quelli che conosciamo bene".
E qui Kurz si lancia in un'invettiva contro l'Italia, dove, negli anni passati, "diversi programmi di sostegno dell'Ue non hanno portato il risultato sperato". Non solo: "Il Paese – ha affermato ancora, parlando dello Stato italiano - deve ancora combattere con molta economia sommersa, e dalle pensioni fino al mercato del lavoro ha ancora sistemi che non sono competitivi".
Pertanto, ha insitito Kurz, "se dobbiamo spendere 750 miliardi di euro, dobbiamo chiederci: chi li deve pagare, chi li deve ricevere, e per cosa devono essere spesi? Tutto il resto sarebbe negligente".
Certo è che, a detta di Kurz, bisogna andare nella "direzione del programma di riforme dell'Italia", con l'abbattimento della burocrazia, la lotta contro l'evasione fiscale e il rendere i sistemi economici competitivi.
Le condizioni dell'Austria, alla vigilia del vertice europeo che discuterà del pacchetto di aiuti, appaiono quindi abbastanza evidenti.
"Se si spendono grandi quantità di denaro dello Stato – ha concluso Kurz - almeno ci si deve assicurare che finiscano nei settori più appropriati" e che "il denaro non serva solo a tappare i buchi del bilancio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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