Non c’è stata la sorpresa. In attesa dei dati definitivi, il voto popolare del referendum ha confermato la riforma pentastellata per ridurre il numero dei parlamentari di 345 unità. Attualmente sono state scrutinate circa un sesto delle schede (oltre 11mila su 61.622) e il "Sì" si attesta al 69,12% delle indicazioni di voto, mentre il "No" si fermerebbe attorno al 30% (30,88% per l’esattezza).
C’è un punto, però, che molti sostenitori governativi del "Sì" hanno sottovalutato. Ed è il seguente: come può il Parlamento attuale votare, nel 2022, il nuovo presidente della Repubblica? La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica sono animati da 945 eletti: Montecitorio passerà da 630 seggi a 400 e Palazzo Madama da 315 a 200.
Ecco, è proprio su questo cortocircuito che in questi minuti alcune anime dell’opposizione stanno dedicando particolare attenzione. In attesa dei numeri ufficiali e definitivi sull’esito delle elezioni Regionali in Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia, oltre che del referendum stesso, due esponenti della Lega di Matteo Salvini hanno sottolineato la stortura: si tratta di Riccardo Molinari e dell’ex ministro Edoardo Rixi.
"Secondo me i grillini hanno chiesto il voto ‘Sì’ per avere istituzioni più efficienti con un Parlamento di seicento componenti il popolo italiano lo ha confermato nel referendum e la logica conseguenza è che si vada subito al voto per sperimentare le nuove istituzioni scelte dal popolo italiano", il commento rilasciato dall’Agi dal capogruppo del Carroccio a Montecitorio. Molinari, dunque, ha aggiunto: "Altrimenti non spiegherebbe come i promotori della riforma che ha introdotto il taglio dei parlamentari possano tenere altri tre anni un Parlamento non in linea con la Costituzione. È ancor peggio poi che questo Parlamento, non in linea con la Costituzione e la volontà popolare, possa eleggere il prossimo presidente della Repubblica...". E infine: "Ha vinto il sì? A questo punto si facciano le riforme, si vada al voto prima di eleggere il capo dello Stato. Il Movimento 5 Stelle ha i numeri, facciano cadere il governo, si vada a votare, si proceda con un nuovo Parlamento per l'elezione del capo dello Stato".
Al compagno di partito ha fatto eco il deputato Rixi: "Se come sembra siamo di fronte all'affermazione del Sì al referendum il dato che appare
chiaro è che l'attuale parlamento non può votare il presidente della Repubblica. La riforma prevede che ci siano seicento parlamentari, non gli attuali novecentoquarantacinque, un collegio di voti decisamente diverso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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