Il 60% dei veneti e il 40% dei lombardi vuole l'autonomia. I sì sono quasi unanimi: il 98% in Veneto e il 95% in Lombardia, dove 12 milioni di italiani sono stati chiamati a votare per il referendum sulle Autonomie che autorizza i governatori a instaurare con il governo una trattativa che dia alle Regioni maggiori autonomie - sia sul piano delle risorse che delle competenze - nelle 23 materie di competenza in concorrenza (cosa succede ora).
Grande successo in Veneto: il quorum è stato raggiunto già prima delle 19 - quando l'affluenza ha superato il 50% -, arrivando alla fine a sfiorare il 60%. "Non è una buffonata, ma un'indicazione importante", ha detto Luca Zaia alla chiusura delle urne.
Esulta anche la Regione Lombardia, che non aveva previsto un quorum obbligatorio, ma dove - seppur con numeri minori - si è recato alle urne circa il 40% degli aventi diritto. Superata quindi la "soglia psicologica" raggiunta per il referendum sulle trivelle (30,6%) e pure l'obiettivo prefissato da Maroni (35%). "Sono personalmente molto soddisfatto", ha detto Giovanni Fava, assessore all'Agricoltura e coordinatore del comitato per il referendum, "Stiamo raggiungendo un risultato epocale. Credo supereremo i 3 milioni di elettori, 3 milioni di elettori che si esprimono sono tutto tranne che un dato marginale".
"Non faccio la competizione con Luca Zaia", dice soddisfatto Roberto Maroni, "Sono felice, perché adesso possiamo unire le forze per fare la battaglia del secolo. Nelle proiezioni che abbiamo il 95% sono i sì, 3% i no".
Una "valanga" di voti che costringe Palazzo Chigi ad ascoltare le richieste del Nord. Al punto che - pur nel silenzio dei "big" - qualcuno nell'esecutivo si esprime: "L'esito del referendum in Lombardia e Veneto conferma l'importante richiesta di maggiore autonomia per le rispettive regioni", dice laconico Gianclaudio Bressa, sottosegretario per gli Affari regionali, "Il governo è pronto ad avviare una trattativa".
In Lombardia debuttava anche per la prima volta in Italia il voto elettronico: invece di matita e scheda elettorale (come in Veneto), i cittadini si sono trovati davanti a un tablet. "L'esperimento è riuscito", ha spiegato Fava, "Abbiamo dovuto settare tutti i sistemi, non è stato semplice, i tecnici avevano a che fare con sistemi nuovi".
Il pericolo hacker ha messo invece alla prova il Veneto, dove lo spoglio è andato a rilento: "Abbiamo 3 livelli
di sicurezza, gli hacker ne hanno superati due", ha ammesso Zaia parlando dei ritardi, "In questo momento siamo un po' bloccati, telefoniamo ad ogni Comune. I dati definitivi immagino li avremmo nel giro di qualche ora".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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